I fondi per aiutare il reinserimento di 1517 lavoratori dell’azienda italiana di elettrodomestici
Si studia un piano per sostenere gli operai del gruppo siderurgico AcelorMittal in dismissione
La Commissione Europea guarda ai lavoratori e agisce su più fronti per tentare di parare i colpi di una crisi che ha messo in difficoltà anche i grandi gruppi industriali. Da un lato l’attenzione va ai 1.517 ex dipendenti del big italiano dell’elettrodomestica, Antonio Merloni. Per facilitare il loro reinserimento nel mercato del lavoro la Commissione ha deciso di investire 5 milioni di euro. La proposta dell’esecutivo, che dovrà ora passare all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio Ue, è quella di attingere al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. È stata l’Italia, fanno sapere da Bruxelles, a chiedere aiuti per i lavoratori del gruppo in esubero che potranno in questo modo essere aiutati attraverso un percorso di orientamento professionale. Assistenza nella ricerca di lavoro, formazione, riqualificazione e promozione dell’imprenditorialità: sono alcune delle misure rivolte in particolare agli ultracinquantenni. Ma si prevedono anche incentivi all’assunzione, un’indennità per la ricerca di un lavoro e un contributo alle spese di viaggio e di trasferimento.
“La crisi ha avuto un forte impatto sul mercato degli elettrodomestici, soprattutto a causa di una riduzione delle esportazioni”, ricorda il commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali, Laszlo Andor. “Se approvata – aggiunge – questa proposta di stanziamento aiuterà oltre 1.500 lavoratori in esubero a prepararsi per nuove opportunità di lavoro in settori nei quali le prospettive sono più promettenti”.
L’azione della Commissione è però rivolta anche al settore siderurgico, in cui gli annunci di ristrutturazioni e possibili chiusure si fanno sempre più frequenti. Ieri pomeriggio il commissario Ue all’Industria, Antonio Tajani ha incontrato Lakshmi Mittal, Ceo mondiale del gruppo ArcelorMittal, a cui una settimana fa aveva rivolto un appello pubblico chiedendo di non procedere, almeno fino a giugno, con i piani di chiusura degli impianti siderurgici di Liegi (Belgio) e Florange (in Francia). Un appello a cui il gruppo ha dato risposta positiva, come ha annunciato lo stesso Tajani: nessuna decisione definitiva sarà presa fino all’approvazione del Piano europeo per l’Acciaio previsto per giugno 2013.
Nonostante AcelorMittal si sia impegnato a non chiudere i siti di Florange e Liegi ci sarà comunque una riduzione di capacità, accompagnata da un piano di investimenti da 180 milioni di di euro a Florange e poco più di 140 milioni a Liegi. Il personale colpito dalla riduzione, però, avrà la possibilità di essere ricollocato in altri siti del gruppo. “Un impegno importante – ha sottolineato Tajani – per un gruppo che conta quasi 98.000 addetti in Europa ed è presente in diversi Stati membri”.
Letizia Pascale