Il commissario agli Affari economici: “Fondamentali gli istituti pubblici”, e cita Prodi
Moavero Milanesi: “Il rigore nei conti diventa valore perché dà fiducia all’economia”
Il settore finanziario non sta sostenendo l’economia. Un fatto che gli imprenditori (almeno in Italia) denunciano da tempo, ma oggi ad ammetterlo è lo stesso vice presidente della Commisisone europea, Olli Rehn. Intervenendo al dibattito organizzato dal Comitato economico e sociale europeo (Cese) dal titolo “Where is the euro headed? The economic and political future of Europe”, il responsabile degli Affari economici ha spiegato: “Dobbiamo continuare a concentrarsi sul potenziamento di investimenti produttivi – sia pubblici che privati. Nel momento in cui il settore finanziario non funziona ancora come dovrebbe, banche pubbliche come la Banca europea per gli investimenti hanno un ruolo importante da svolgere”.
Per il vice presidente per uscire dalla crisi l’Ue deve affrontare tre sfide principali: “Dobbiamo trovare una soluzione alla sfida della crescita sostenibile; dobbiamo continuare con gli sforzi per conseguire la sostenibilità delle finanze pubbliche e dobbiamo affrontare la sfida di ricostruire l’Unione economica e monetaria”. Sul fronte della sostenibilità delle finanze pubbliche Rehn ha ribadito che bisogna essere flessibili nei tempi che si richiedono agli Stati membri per ridurre il loro deficit se, ad esempio, “la crescita si deteriora in modo imprevisto”. In quel caso “un Paese può ricevere più tempo per correggere il suo disavanzo eccessivo” ma solo se ha messo in atto “le riforme strutturali necessarie a sostenere a medio termine la stabilità e la crescita”.
E nel suo discorso, il vice presidente della Commissione ha voluto sottolineare anche l’impèortanza dell’euro, e per farlo ha citato le parole dell’ex presidente del Consiglio: “Romano Prodi disse ‘L’euro è il vostro denaro, è il nostro denaro. È il nostro futuro. È un pezzo d’Europa nelle nostre mani’”.
Dell’importanza del mercato unico europeo, come via per uscire dalla crisi, ha parlato invece il ministro italiano per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, che al Cese ha dichiarato: “Il mercato unico è una delle grandi sfide riuscite dell’Unione europea nei 60 anni di integrazione ma ha ancora grandi potenzialità nel settore del servizi” come quelli “comunali di erogazione”. Secondo Milanesi c’è ancora molto lavoro da fare nei settori “dei trasporti, energia e telecomunicazioni, dove le cose comunque vanno meglio”, così come c’è ancora molto da fare per le “professioni liberali”, per aiutare le quali bisogna “migliorare il funzionamento del riconoscimenti reciproco delle lauree tra Stati”.
Per il ministro comunque l’Ue non ha colpe per lo scoppio della crisi. “Non sono convinto che lo stato attuale della crisi dipenda da errori di decisioni prese a livello europeo, certamente queste devono essere integrate per garantire risultati di crescita”, questo perché “molte delle misure adottate a livello europeo nei primi anni della crisi sono state percepite come misure che andavano solo a rafforzare rigore e disciplina che non sono valori in sé” ma lo diventano “solo se considerati condizioni indispensabili per garantire fiducia reciproca tra Stati membri e le rispettive economie”.
Alfonso Bianchi