Roma vuole poter depositare le invenzioni in italiano (e non in inglese). Anche Sofia dice sì
Il nuovo organismo avrà tre sedi per accontentare Francia, Gran Bretagna e Germania
Firmato l’atto che istituisce la Corte unitaria per il brevetto europeo. I ministri dei ventisette Paesi membri dell’Unione europea hanno sottoscritto il documento per la creazione del nuovo organismo nel corso della riunione del Consiglio Competitività. A firmarlo per l’Italia il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, non lo hanno sottoscritto invece Bulgaria, Polonia e Spagna. Adesso deve partire il processo di ratifica dei parlamenti nazionali. Perché l’accordo entri in vigore, dovranno ratificarlo almeno tredici Paesi (inclusi i tre dove avrà sede, vale a dire Francia, Germania e Gran Bretagna). Il brevetto unitario entrerà in vigore a partire da gennaio 2014 e avrà una validità di 40 anni a decorrere dal deposito della relativa domanda. Si stima che il brevetto europeo costerà il 70-80% in meno rispetto al costo attuale per la protezione delle proprie invenzioni a livello continentale.
Si arriva così alla fine di un processo durato anni e che aveva visto l’Italia protagonista. Nel corso della sua preparazione si era accesa un disputa tra Gran Bretagna, Francia e Germania sulla sede della Corte, e il nostro Paese – fuori tempo massimo – aveva presentato la propria candidatura inserendosi nel dibattito. Alla fine la richiesta italiana è stata respinta, e l’Europa ha ritenuto di risolvere la disputa concedendo a ognuno dei tre Paesi pretendenti una parte di organismo. In base all’atto istitutivo siglato oggi, la divisione centrale della Tribunale di prima istanza avrà sede a Parigi, ma la Corte unica per il brevetto europeo avrà sezioni speciali distaccate a Londra e Monaco di Baviera.
La Corte unitaria per il brevetto europeo assicurerà l’uniformità dei brevetti a livello europeo: una qualunque invenzione depositata sarà riconosciuta e tutelata all’interno dei Paesi che si riconoscono nel sistema. E il sistema si applicherà a venticinque nazioni su ventisette: per ora non aderiscono Italia e Spagna, che hanno fatto ricorso (respinto) per la questione linguistica. In base al regolamento comunitario la domanda di brevetto potrà essere presentata in una qualsiasi delle lingue parlate negli Stati membri ma dovrà necessariamente essere accompagnata da una traduzione in inglese, francese o tedesco. “Fino a quando l’Italia non aderirà al regolamento si potrà brevettare in Italia, in italiano”, ha sottolineato Moavero. Anche se non partecipa alla ‘cooperazione rafforzata’ sul brevetto Ue, l’Italia ha comunque firmato l’accordo sulla Corte unificata per poter avere un membro nazionale.
AGGIORNAMENTO DEL 5 MARZO
Anche la Bulgaria aderisce al regime di brevetto unico europeo. Il Consiglio europeo fa sapere che “le formalità che hanno permesso alla Bulgaria di diventare il venticinquesimo firmatario dell’accordo sulla Corte unitaria per il brevetto sono state espletate oggi”. A tre settimane dalla firma dell’accordo – sottoscritto a ventiquattro lo scorso 19 febbraio – un altro paese membro aderisce al nuovo sistema comunitario. Rimangono non firmatari Polonia e Spagna.
Renato Giannetti