Due Commissioni di Palazzo Madama esprimono forti critiche sui metodi, benché gli obiettivi di Bruxelles sul contrasto al tabagismo siano condivisibili
Riserve sull’efficacia e l’equilibrio degli strumenti proposti. Dubbi anche su fronte concorrenza
L’obiettivo e’ condivisibile, ma il metodo e gli strumenti no. E le commissioni Sanità e Politiche dell’Unione europea del Senato non hanno avuto dubbi nell’esprimere rilievi critici nei confronti della proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea sul ravvicinamento delle disposizioni legislative sulla presentazione, lavorazione e vendita dei prodotti del tabacco e correlati
Se non è una bocciatura del lavoro dello staff agli ordini del commissario maltese Tonio Borg, poco ci manca. Perché se da un lato, a pochissimi giorni dalle elezioni, entrambe le commissioni di Palazzo Madama esprimono in premessa apprezzamento per gli obiettivi della proposta di direttiva sui prodotti del tabacco – in particolare, per il perseguimento del contrasto al tabagismo (finalità che peraltro vede l’Italia tra i Paesi maggiormente sensibili all’interno dell’Unione europea) – dall’altro i documenti conclusivi votati dalle due commissioni del Senato contengono un parere contrario per non conformità ai principi di sussidiarietà e proporzionalità e per altri specifici motivi.
La proposta di direttiva europea in sintesi ha l’obiettivo di assicurare un migliore funzionamento del mercato interno tramite l’aggiornamento degli ambiti già oggetto di armonizzazione; l’ampliamento della gamma di prodotti disciplinati ; il contrasto a tentativi di elusione; un elevato livello di protezione della salute; l’applicazione armonizzata degli obblighi derivanti dalla Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo.
All’ok di principio, fanno riscontro precise critiche. In particolare, “la proposta di direttiva non sembra mirata ad armonizzare/riavvicinare le legislazioni degli Stati membri”. Sotto accusa l’art.24 secondo cui gli Stati membri sono liberi di adottare differenti, e più stringenti, regolamentazioni del settore. “La proposta di direttiva incoraggia gli Stati ad agire in maniera autonoma in differenti aree quali: la misurazione delle emissioni diverse da nicotina, catrame, e monossido di carbonio; ulteriori test di misurazione degli ingredienti; i requisiti per proibire prodotti contenenti additivi specifici; l’introduzione di un sistema di autorizzazione per i nuovi prodotti; l’introduzione di norme più severe sul confezionamento (come ad esempio il pacchetto generico). Tali proposte- sottolinea il documento conclusivo della commissione Sanità di Palazzo Madama – creano le basi per significative differenze tra gli Stati membri e conseguenti limitazioni alla libera circolazione delle merci”.
Non solo. Nel mirino “alcune incongruenze” per quanto attiene alla facoltà concessa agli Stati membri di un margine inerente l’ambito di attuazione della proposta di direttiva. “Il potere di adottare atti delegati, conferito alla Commissione rischia di essere eccessivamente ampio sia nel contenuto – investendo almeno 16 aree riguardanti la produzione, il confezionamento e la vendita dei prodotti da tabacco – che nella durata, così delimitando fortemente il potere legislativo dei Parlamenti nazionali”, rilevano i senatori della commissione Sanità.
Ancora: sotto la lente anche le misure relative alla standardizzazione del pacchetto e al divieto di vendita di intere categorie di prodotti attualmente legali, come le sigarette slim, quelle al mentolo ed i pacchetti da 10, Ebbene, “l’ingiustificato divieto di questi prodotti legali, oltre ad apparire in contrasto con il primo obiettivo dichiarato della proposta, ossia quello di favorire il mercato interno, porterebbe verso la commoditizzazione (senza la protezione da brevetto, ndr) e la conseguente erosione del suo valore, incoraggiando (a) i consumatori a passare a prodotti meno costosi, (b) la concorrenza a basarsi solo sul prezzo, comportando una riduzione del prezzo medio dei prodotti del tabacco e (c) un forte aumento del mercato illecito (contrabbando/contraffazione), in quanto confezionamenti standard sarebbero più semplici da replicare. L’impatto negativo di queste conseguenze sulle rivendite legali, l’erario e la filiera sarebbe consistente. Inoltre, i risultati che sarebbero raggiunti mediante la nuova proposta di Direttiva andrebbero a porsi in contrasto con l’altro obiettivo fondamentale della proposta, ossia la tutela della salute pubblica”.
In sintesi: “appurata la competenza dell’Unione a legiferare in materia di tabacco e prodotti correlati, appare ingiustificato e lesivo delle competenze degli Stati membri un intervento autonomo della Commissione che non risponde ai criteri di necessità e valore aggiunto” rileva la commissione per le Politiche dell’Unione europea.
M.B.