La conferenza dei presidenti dei gruppi d’accordo sul “no” al nuovo budget settennale.
Il bilancio pluriennale concordato dai capi di Stato e di governo dei paesi Ue va cambiato, o in Parlamento non passerà. E’ la posizione ferma espressa dalla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, nel corso del dibatto sul quadro finanziario 2014-2020 con i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Josè Manuel Barroso e Herman van Rompuy. L’istituzione comunitaria è compatta contro il compromesso raggiunto nel vertice del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio. “Così com’è questo bilancio non troverà mai una maggioranza in Parlamento”, tuona Hannes Swoboda, presidente del gruppo S&D. “Non è solo una questione di cifre, è una questione di filosofia: se vogliamo far morire di fame l’Europa, allora questo è uno strumento giusto”. In Europa “abbiamo bisogno di un bilancio anti-ciclico, e non ciclico. Noi invece abbiamo un bilancio di questo secondo tipo”. Duro ance il presidente del Ppe, Joseph Daul. “L’ultimo vertice europeo di europeo aveva solo il nome. Era solo un incontro tra mercanti di tappeti”. Quanto accordato, sottolinea, “rappresenta appena l’1% del Pil dell’Ue, ed è la metà di quanto accordato alla Grecia per far fronte alla crisi finanziaria”. Insomma, “quali sono le ambizioni di questo bilancio? Ci si batte solo per ottenere gli sconti. Sono deluso”. “Quello approvato è tutto tranne che un bilancio europeo”, il commento di Isabelle Durant (Verdi-Ale), vicepresidente del Parlamento Ue. “Non possiamo accettarlo, al massimo rinegoziarlo, anche se non vediamo molti spiragli di trattativa”. Per Durant, quindi, “la cosa migliore è arrivare al 2014 e poi procedere con un quadro quinquennale”. Per il presidente dell’Alde, Guy Verhofstadt, invece riscrivere il bilancio è la sola possibilità sul tappeto. “L’accordo raggiunto mi sembra un copia-incolla delle ultime prospettive finanziarie. Credo vi sia una sola possibilità: rinegoziarlo”. Per il britannico Martin Callanan (presidente del gruppo Ecr), quello trovato “non è un accordo perfetto, ma se il Parlamento vuole fare la guerra al Consiglio si rischiano ricadute pesante per tutti”. Ma non si voti a scrutinio segreto. “Sarebbe ridicolo per tutti”. Critico nei confronti del premier britannico il presidente di Efd, Paul Nuttall. “Forse sarà la vittoria di Cameron, ma non è la vittoria della Gran Bretagna, che aumenterà il contributo di anno in anno per un’unione che non sa gestire la sua governance”.
Inaccettabile è anche il termine a cui si riferisce Kartika Liotard, coordinatore della Sinistra unita. “Questo bilancio non è né verde né sociale, e quindi non possiamo sostenerlo”.
Da qui l’appello di Barroso: lavorare per dare credibilità all’Europa. “Senza un bilancio pluriennale non è credibile andare a negoziare i programmi” che servono all’Ue. “Per questo chiedo a Parlamento e Consiglio di avviare negoziati seri”.
R. G.