Cinquemila immigrati vessati, intimiditi, sfruttati, costretti a lavorare di notte e nei giorni festivi senza contributi sotto il controllo di vigilantes con teste rasate e uniformi nere nel centro Amazon a Bad Hersfeld in Germania. La società ha dovuto cambiare servizio di sicurezza.
Le guardie indossano uniformi della marca Thor Steinar, simbolo dei simpatizzanti neonazisti in Germania, e lavorano per la ditta di sicurezza H.E.S.S., che ricorda il nome del braccio destro di Hitler Rudolf Hess. La stessa marca di abbigliamento è stata già proibita dal parlamento Tedesco per i suoi legami con l’estrema destra neonazista.
No non si tratta del terzo Reich. Ma di vigilantes neonazisti pagati dal sito di vendite online Amazon.
Assunti per il periodo natalizio, attirati dalla speranza di far fronte alla crisi con un lavoro temporaneo, uomini e donne provenienti da tutta Europa ma soprattuto dalla Spagna, uno dei Paesi più in crisi al momento, si sono ritrovati alle prese con sorveglianti della sicurezza in perfetto stile III Reich con controlli e condizioni simili ai campi di reclusione dei tempi più oscuri del passato secolo.
Una tv tedesca ARD, nei giorni scorsi ha trasmesso un’inchiesta sulle condizioni drammatiche in cui i tanti cittadini Europei sono costretti a vivere. Case anguste, 17 km a piedi ogni giorno dentro gli enormi magazzini di Amazon, guardie onnipresenti. Perquisizioni dopo la mensa perchè gli impiegati non prendano panini in più.
Silvina, insegnate di arte che ha lasciato la Spagna per mantenere i suoi tre bambini, racconta alle telecamere di ARD che le guardie entrano nelle case dei dipendenti quando loro sono fuori o quando dormono o stanno facendo una doccia.
Silvina è stata licenziata tre giorni prima di Natale.
Maria invece è stata licenziata perché si era lamentata delle condizioni in cui doveva dormire.
Ma dopo le proteste che hanno fatto seguito al video di ARD, Amazon ha licenziato i vigilantes neonazi.
“Amazon ha una tolleranza-zero per la discriminazione e l’intimidazione e pretende lo stesso comportamento da qualsiasi azienda con cui collabora”, afferma un portavoce della società.
Non è però la prima volta che Amazon non rispetta i diritti dei lavoratori: in un magazzino della Pensylvania, nella Leigh Vallley, sono stati registrati turni di 10 ore al giorno e brevi e rare pause di lavoro tra un turno e l’altro.
Nuove forme di sfruttamento, forse ai limiti dello schiavismo, fantasmi neonazisti, dietro una delle icone della modernità ?
Irene Giuntella