“Una completa umiliazione per l’idea europea”. Così ai piani più alti del palazzo Berlaymont si commenta l’accordo sul Bilancio europeo fatto tra i capi di Stato e di governo la scorsa settimana. Peggio ancora è come la si vive questa sconfitta: con la più grande frustrazione dovuta all’impotenza di presentare la propria posizione.
“Tutti i capi di Stato e di governo meno uno (il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ndr) sono tornati a casa dicendo di aver vinto, quindi è impossibile per noi trovare lo spazio per spiegare la nostra posizione”, dicono gli uomini più vicini a Josè Manuel Barroso. Un solo “quasi alleato” si è trovato nel Consiglio, il presidente Herman van Rompuy, che, si riconosce al di qua di rue de la Loi, “ha collaborato con la Commissione più che in passato”.
Il risultato è dunque commentato brevemente come “pessimo”, anche se è si giudica che sia andata “meno peggio di come avrebbe potuto” rispetto alla proposta di novembre scorso. Ora si spera nel Parlamento, visto in Commissione con un possibile vero alleato, l’unico con la forza di mandare all’aria l’intesa “umiliante” dei governi.