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    Home » Politica » Carta: L’Italia ha venduto i suoi figli per un sacco di carbone, poi li ha dimenticati

    Carta: L’Italia ha venduto i suoi figli per un sacco di carbone, poi li ha dimenticati

    Intervista al candidato di Rivoluzione civile in Europa. “L'Ue va cambiata o è meglio uscirne”. È arrivato in Belgio a 6 anni: “Nei bar scrivevano 'Vietato a cani, vagabondi e italiani'”

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    12 Febbraio 2013
    in Politica

    Intervista al candidato di Rivoluzione civile in Europa. “L’Ue va cambiata o è meglio uscirne”
    È arrivato in Belgio a 6 anni: “Nei bar scrivevano ‘Vietato a cani, vagabondi e italiani’”

    Piero Angelo Carta
    Piero Angelo Carta

    È arrivato in Belgio nel 1962, all’età di sei anni, e a sentirlo parlare sembra rimasto ancora in quel periodo storico. Piero Angelo Carta, candidato alla Camera con Rivoluzione civile nella circoscrizione Europa, è un comunista vecchio stampo: sigaro, bandiera rossa e pugno chiuso. Militante di Rifondazione e del Partito comunista Vallone, critica “l’Europa del capitale”, in cui “le merci sono libere di circolare e gli immigrati vengono cacciati se non hanno un lavoro”, e l’Italia, che prima “ha venduto i suoi figli per un sacco di carbone” e ora li ha abbandonati “senza servizi e istruzione”. È sardo come Gramsci e Berlinguer, e a sentirlo parlare si sente, anche se il forte accento isolano si mescola a quello francese. “L’italiano l’ho imparato qui” dice.

    In Belgio? È arrivato a sei anni e non lo parlava ancora?
    “In Sardegna non ho mai parlato italiano, si parlava sardo. Per me l’Italia non esisteva mica, era ‘il continente’. Qui invece partecipavo ai corsi serali, tutti i mercoledì e i sabato. C’erano gli insegnanti che venivano pagati una miseria per insegnarci l’italiano. Oggi invece nemmeno quello, eppure la cultura dovrebbe essere un bene per tutti. Se verrò eletto mi batterò per avere dei corsi all’estero per gli emigranti e i loro figli”.

    Come ha iniziato a fare politica?
    “Ho iniziato da piccolo, leggendo il Drapeau Rouge (Bandiera rossa in francese, ndr), l’organo del Partito Comunista Belga, l’unico partito che all’epoca difendeva noi immigrati, in particolare gli italiani. Ricordo che c’erano dei bar che esponevano dei cartelli con su scritto ‘Vietato ai cani, ai vagabondi e agli italiani’”.

    La vita doveva essere dura
    “Lo era e solo i compagni mi hanno aiutato. Il Governo italiano invece ha venduto i suoi figli per un sacco di carbone”

    Oggi è diverso però, c’è la cittadinanza europea
    “Quella è una grossa falsità. È vero che oggi il Belgio fa una carta d’identità per chi lavora, ma chi è disoccupato viene espulso dal Paese mentre i miliardari francesi vengono accolti a braccia aperte. La libertà di circolazione ce l’hanno solo i capitali e le merci ma per le persone non è sempre così”

    E per gli emigranti italiani cosa si dovrebbe fare?
    “I consolati stano chiudendo dappertutto, l’ultimo è stato quello di Liegi, e ora gli italiani che vivono lì devono andare a Charleroi. Nel nord della Francia non ce ne sono e bisogna andare a Parigi per trovarne uno. Invece a Bruxelles hanno tre ambasciatori che non servono a un cavolo: presso la Nato, presso l’Ue e presso il Belgio. Per pagare quei signori là ci sono i soldi, per difendere gli emigranti niente”.

    Nei suo programma parla di riformare i Comites, i semi-sconosciuti comitati per gli italiani all’estero
    “Sono strutture che sprecano un sacco di soldi e non fanno niente per gli immigrati, non forniscono nessun servizio. O si chiudono o si devono rivoluzionare totalmente. Al momento si riuniscono solo per mangiare i soldi che lo Stato gli concede, ma per il resto non fanno un bel niente”.

    E dell’Unione europea cosa pensa?
    “A quella di oggi sono assolutamente contrario. È ancora la Comunità economica europea, fatta per il capitale, io sogno l’Europa dei popoli”.

    E quindi lei preferirebbe uscire dall’Ue?
    “O si cambia radicalmente o altrimenti sì, è meglio uscirne. Come dovremmo uscire dalla Nato. Che senso ha ora che non c’è più il blocco sovietico? È un’alleanza militare che serve solo a portare avanti aggressioni armate in giro per il mondo, a bombardare in nome della democrazia e della lotta al terrorismo”.

    C’è un forte dibattito in Italia sul cosiddetto ‘voto utile’. Il Pd vi accusa di far perdere la sinistra e vincere Berlusconi
    “Ma se il Pd non è nemmeno di sinistra, è la vecchia Democrazia cristiana. Quando erano Pds votavano la guerra in Jugoslavia, poi come Democratici hanno votato tutti i provvedimenti di Monti insieme al Pdl, dando di fatto legittimità parlamentare a quello che è stato semplicemente un colpo di Stato. Io di certo non amo Berlusconi, ma almeno lui è stato eletto, Monti lo hanno messo lì le banche, con il consenso del Pd. E questa sarebbe la sinistra? L’unico voto utile è quello a Ingroia”.

    Ingroia nella sua campagna elettorale fa leva soprattutto sulla legalità e la lotta alla criminalità organizzata
    “Ce n’è un grande bisogno, anche qui in Belgio. Tempo fa un’inchiesta ha svelato che la ‘ndrangheta stava comprando diversi negozi dell’avenue Louise di Bruxelles. E anche in Germania abbiamo visto tutti cosa è successo. La criminalità sta mettendo radici anche fuori dai confini italiani, Ingroia sarebbe una garanzia nella lotta a questo fenomeno. Con lui manterremo vive le idee di Pio La Torre, Peppino Impastato, Falcone e Borsellino”

    Alfonso Bianchi

    Per saperne di più clicca qui

    Tags: cartacomunismoelezioniingroiavoto estero

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