Bruxelles ci vuole tranquillizzare: l’origine di ciò che mangiamo è facilmente tracciabile. Ma sapere da che paese arriva basta come garanzia di qualità del nostro cibo?
A far crescere il dubbio è stato il caso delle lasagne di manzo-cavallo, scoppiato la settimana scorsa in Inghilterra. Venerdì la Findus ha confermato che le scatole incriminate contengo effettivamente tra il 60% e il 100% di carne equina, anziché bovina come indicato dall’etichetta.
Da quel momento tutti gli attori in gioco non hanno fatto che puntarsi il dito l’uno contro l’altro e lo scandalo è diventato di portata Europea.
Ad ora pare che la carne in questione sia stata macellata a Cipro, venduta in Romania, poi comprata dalla società francese Spanghero, per essere lavorata in una fabbrica del Lussemburgo e finire, attraverso la francese Comigel, sulle tavole inglesi.
Carne che ha fatto il giro d’Europa e che non si sa ancora in quale stato, sull’etichetta, si sia trasformata da cavallo in manzo.
Le indagini sono in corso: in Francia vengono controllate le fabbriche coinvolte, la Comigel di Metz e la Spanghero, mentre il governo britannico ha richiesto controlli a tappeto per produttori e rivenditori.
Anche il governo rumeno ha dichiarato di aver aperto un’inchiesta, ma il premier, Viktor Ponta, forse già sicuro dell’esito a cui porterà, ha difeso il suo paese e puntato il dito contro la Francia dove, ha detto, “qualcuno ha cambiato le etichette sull’origine della carne”.
In uno scandalo che attraversa i confini dell’Unione europea, c’è chi sostiene che Bruxelles dovrebbe assumersi maggiori responsabilità. Tra questi c’è l’eurodeputato Mario Borghezio, il quale, con un’interrogazione alla Commissione europea, sottolinea come a livello Ue manchi una regolamentazione adeguata sui prodotti alimentari carnei e che sia quindi necessario attivare con urgenza un’inchiesta sulla commercializzazione dei prodotti a base di carne di cavallo. Di questi, infatti, come per la carne di maiale e di coniglio, non è ad oggi obbligatorio segnalare la provenienza sulle confezioni.
La Commissione è però stata chiara: il problema non è la tracciabilità, il percorso della carne in questione sarà presto e facilmente ricostruito. Si tratta, invece, di un caso di frode e spetta ai singoli Stati Membri portare avanti le indagini.
Bruxelles, ha aggiunto il portavoce del Commissario per la saluta Tonio Borg, “entrerà in azione solo se si riscontreranno problemi a livello sanitario” e problemi di questo tipo, ad ora, non se ne sono riscontrati.
Il consumatore europeo può quindi restare relativamente tranquillo. Siamo in grado di ricostruire tutti i viaggi che ha fatto la carne di cavallo (di per sé commestibile) incriminata, ma da Bruxelles non è stato ancora inviato nessun ispettore sanitario a controllare che quei cavalli fossero adatti al macello e che, di conseguenza, quelle lasagne non siano dannose per la salute umana.
Camilla Tgino