Merkel: “Le sue parole mi accompagneranno a lungo”, Schulz: “Ha dato speranza”
Hollande: “Decisione rispettabile”, Cameron: “Ha lavorato per unire Vaticano e Gran Bretagna”
Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”, ha detto il Papa (85 anni) ai cardinali nel corso dell’odierno Concistoro.
Il Codice di diritto canonico, nel Libro II, Parte II, Sezione I, Capitolo I, Art. 1, afferma: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”. Nella storia della Chiesa, oltre al noto Celestino V (che fu papa per 4 mesi nel 1294), il papa “del gran rifiuto”, come scrive Dante, che rinunciò alla sua carica per non essere soggetto alle manovre politiche ed economiche legate alla sua persona, abdicarono solo Ponziano, Silverio, San Clemente I e Gregorio XII.
LE REAZIONI IN EUROPA -Il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha dichiarato in un comunicato di avere “profondo rispetto per la decisione di Papa Benedetto XVI, tanto più in quanto non è in linea con la tradizione. Il suo pontificato è stato breve ma molto difficile”.
Anche il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha espresso “tutto il suo rispetto per il lavoro svolto da Papa Benedetto XVI e per il suo instancabile supporto alla difesa dei valori ecumenici, quali la pace e la salvaguardia dei diritti umani” nonché allo “lo spirito di riconciliazione che ha portato il pensiero e l’azione del Santo Padre”. Barroso ha ricordato “le discussioni avute con Sua Santità Papa Benedetto XVI, in particolare nel corso di una udienza privata nel 2006, che ci diede modo di condividere una visione dell’Europa e del mondo, costruito attorno alle idee di pace, giustizia e solidarietà”.
“Come cancelliera dico grazie a Benedetto XVI per il suo lavoro e gli auguro di cuore tutto il bene per i prossimi anni” sono state le parole con cui Angela Merkel ha salutato la scelta del suo connazionale Benedetto XVI. Il cancelliere ha aggiunto: “Indimenticabile per me resta il discorso che il Papa ha tenuto nel settembre del 2011 davanti al parlamento tedesco”, quando ha sottolineato “il compito fondamentale di noi politici: servire il diritto e difendersi dal dominio dell’ingiustizia. È stato un grande momento per il nostro parlamento. E personalmente le parole del papa mi accompagneranno ancora a lungo”. Prima di lei oggi il portavoce governativo, Steffen Seibert, aveva espresso “commozione e turbamento” per l’annunciata rinuncia di papa Ratzinger al soglio pontificio, dichiarando: “Il governo tedesco ha il massimo rispetto per il Santo Padre, per il suo operato, per l’opera di una vita al servizio della Chiesa”.
Francois Hollande, ha definito la scelta del Papa “una decisione che è rispettabile in maniera suprema”. Il Presidente francese ha precisato però che “la Repubblica accoglie questa decisione, ma non è necessario far un ulteriore commento su ciò che appartiene in primo luogo alla Chiesa: è una decisione umana e una decisione relativa a un desiderio che deve essere rispettato”.
Per il primo ministro britannico, David Cameron, papa Ratzinger “mancherà a milioni di persone come leader spirituale”. In un comunicato il Cameron ha scritto: “Faccio i miei migliori auguri a Papa Benedetto. Ha lavorato indefessamente per rafforzare le relazioni fra la Gran Bretagna e la Santa Sede”.
Martin Schulz ha affidato invece a Twitter il suo pensiero: “In quanto Presidente del Parlamento europeo esprimo tutto il mio rispetto per il Papa che, malgrado tutti i problemi della Chiesa, ha dato speranza al suo popolo”.
Il capo gruppo del Partito Popolare Europeo all’Europarlamento, Joseph Daul, ha affermato: “Ci complimentiamo con Papa Benedetto XVI per la sua decisione, la sua bontà e il suo impegno nel promuovere i nostri comuni valori di pace, libertà e tolleranza in tutto il mondo. Lo ringraziamo anche per la sua fede nel concetto di solidarietà, non solo tra le nazioni, ma anche all’interno Degli Stati”. Daul ha ricordato poi un aneddoto della sua vita: “Alcuni anni fa, il Santo Padre mi ha fatto l’onore di concedermi un’udienza privata con lui. Insieme, abbiamo discusso le prospettive per l’Europa in un mondo che cambia. Condivido la sua profonda convinzione che solo l’esistenza di valori stabili ed eterni può garantire all’umanità la sua libertà, la sua grandezza e la solidarietà tra i popoli”. Per questo, ha concluso il presidente del gruppo Ppe a Bruxelles “gli auguriamo una pensione felice e in buona salute”.
Silvia Costa, europarlamentare del Pd in una nota afferma: “La rinuncia del Papa a continuare nella sua missione mi addolora e mi colpisce. Una scelta che fa riflettere su ciò che la accomuna nella sua radicale diversità, con quella fatta da Giovanni Paolo II che pur gravemente malato, fu Papa fino all’ultimo giorno. Sia Papa Wojtyla che Papa Ratzinger, ci hanno dato e ci danno una lezione di verità, umiltà e profondo amore per la Chiesa. Il primo testimoniando nella sofferenza fino alla fine, la sua umanità dolente anche come segno di accettazione del misterioso disegno della Provvidenza e il secondo riconoscendo che proprio le straordinarie sfide con cui si confronta la Chiesa meritano una capacità anche fisica di affrontarle. In entrambi i casi, la sofferenza delle due diverse decisioni ha avuto e ha nel significato della Croce, il suo più profondo simbolo”.
Per Debora Serracchiani, europarlamentare del Pd: “Ci vuole coraggio ad assumere il peso di una grande responsabilità, ma ce ne vuole forse di più a lasciarlo, soprattutto per il capo della Chiesa cattolica”. Per Serracchiani ”i dettagli non sono molto importanti: certo è che Benedetto XVI con la sua decisione ha inciso un segno indelebile nella storia del papato. Posso pensare che abbia voluto trasmetterci con l’esempio la parola biblica, secondo cui per ogni cosa c’è il suo tempo, per gli uomini e anche per il Papa, e che la saggezza è vivere questa verità”