Il Parlamento di Riga con una drammatica votazione ha approvato l’ingresso nella moneta unica
Alcuni deputati stanno pensando di richiedere un referendum per fermare il provvedimento
Tra meno di un anno nell’euro ci saranno diciotto paesi. La Lettonia ha approvato qualche giorno fa in seconda lettura, con una drammatica votazione che ha spaccato a metà il Parlamento, la legge per il passaggio alla moneta unica. Le beghe tra i paesi e la crisi degli ultimi anni hanno molto raffreddato l’animo dei lettoni verso l’Unione e la sua valuta.
Il provvedimento, è passato con 52 voti favorevoli, 40 contrari e otto assenti o astenuti, e prevede che la moneta unica venga adottata dal primo gennaio 2014. Il clima però non è di entusiasmo, un sondaggio dell’agenzia Tns mostra che il 60% della popolazione tra i 18 e i 55 anni è contraria all’adozione della moneta unica, e manifestazioni di protesta hanno segnato anche le giornate dei lavori parlamentari. Qualcuno chiedeva un referendum, ma il governo non lo ha concesso, richiamandosi a quello già celebrato nel 2004 per l’ingresso nell’Unione. Ma non è detta l’ultima parola.
A favore dell’euro hanno votato i tre partiti della coalizione di governo e i sei deputati del gruppo indipendente, che appoggiano l’esecutivo, contro i due partiti di opposizione, il russofono Saskaņas Centrs e lo ZZS.
In realtà il rischio per il futuro dell’euro in Lettonia, sostiene Paolo Pantaleo su Balticanews, “viene dalla possibilità che le opposizioni richiedano un referendum sulla legge di introduzione. Sono necessarie 34 firme di deputati per avviare la richiesta, una possibilità che a detta del premier Dombrovskis di fatto arresterebbe il processo di avvicinamento all’euro e impedirebbe al paese di introdurre la moneta unica a partire dal 2014”.
Per il ministro degli esteri Rinkēvičs, ricorda sempre Pantaleo, il problema principale è la mancata informazione sulle questioni concrete e pratiche relative al cambio della moneta, che poi genera incomprensioni e il propagarsi di falsi miti e paure irrazionali. “Credo – dice Rinkēvičs – che in parte il problema derivi dai tempi sovietici, quando nel giro di pochi giorni poteva accadere che una improvvisa riforma monetaria facesse perdere valore ai risparmi dei cittadini”.
“Nello stesso tempo – aggiunge il ministro degli Esteri – c’è un forte fattore emotivo nella gente, dovuto alla difficoltà di abbandonare la moneta nazionale, uno dei simboli della ritrovata indipendenza. Ma sapete, io durante gli anni della grave crisi economica, nel 2009, lavoravo alla Cancelleria della presidenza della repubblica, e mi ricordo bene che in quel periodo la gente cambiava risparmi in lats con l’euro. Fra loro anche molti di quelli che oggi si professano patrioti difensori del lats e oppositori della moneta unica europea.”
L’introduzione dell’euro è comunque un obbligo per la Lettonia, come per tutti i nuovi entranti nell’Unione. Il periodo di doppia circolazione delle due monete sarà di due settimane e icommercianti hanno l’obbligo di esposizione del doppio cartellino dei prezzi in lats ed euro da tre mesi prima dell’introduzione della moneta unica.