In vista del meeting di New York sulla condizione della Donna gli europarlamentari auspicano l’adozione di un piano globale contro gli abusi
Con una netta maggioranza di voti è stata approvata ieri dal Parlamento Europeo, riunitosi in sessione plenaria a Strasburgo, la risoluzione contro la violenza sulle donne che chiede alla Commissione europea di varare una nuova direttiva dai contenuti forti per tutelare donne e ragazze da qualsiasi forma di sopruso. Un documento tanto più importante perché, nel precedere la 57a sessione della CSW, la Commissione sullo Status delle Donne organizzata dalle Nazioni Unite che si tiene ogni anno a new York nel mese di marzo, mette in luce l’urgenza di un approccio globale al problema.
La risoluzione votata a Strasburgo vuole essere, quindi, “di buon auspicio”. Attraverso la mediazione della Commissione FEMM – l’organismo parlamentare per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere presieduta da Mikael Gustafsson – il provvedimento invita l’Unione Europea a sostenere pienamente la raccomandazione del gruppo di esperti secondo cui la CSW 2013 dovrebbe decidere di sviluppare un piano globale di attuazione per l’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze.
Un problema, questo, che si configura come la violazione più diffusa dei diritti umani e che – si legge nel testo della Risoluzione votata a Strasburgo – rappresenta uno dei principali ostacoli al conseguimento della parità di genere e dell’emancipazione femminile, interessa donne e ragazze di tutti paesi del mondo indipendentemente da fattori quali l’età, la classe sociale o la situazione economica, danneggia le famiglie e le comunità, comporta notevoli costi economici e sociali e limita e compromette la crescita economica e lo sviluppo.
Dalla delegazione del Pd al Parlamento Europeo grande è la soddisfazione delle eurodeputate italiane. Silvia Costa, Francesca Balzani, Rita Borsellino, Debora Serracchiani, Patrizia Toia e Francesca Barraciu chiedono che l’adozione del piano sia accompagnato da opportune azioni di sensibilizzazione e dall’adozione di misure normative specifiche. Un invito, questo, rivolto specificatamente a Unione e Stati Membri a firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro i soprusi sulla figura femminile e la violenza domestica che rappresenta, ad oggi, l’85% delle forme di violenza sulle donne.
“Sul piano europeo – hanno commentato le europarlamentari – chiediamo che L’UE metta in atto una strategia rivolta specificamente alla prevenzione e al contrasto di questo fenomeno che, come evidenzia la Risoluzione, si configura come un dato strutturale della violazione dei diritti umani in tutti i paesi del mondo, nelle molteplici forme e situazioni in cui esso si manifesta: dalla violenza domestica e psicologica a quella subita sul lavoro, alla violazione dell’integrità del corpo spesso messa in atto anche dai media, ai casi di violenza in situazioni di disabilità e a danno delle donne appartenenti a minoranze, fino alle MGF e alle violazioni subite dalle donne durante conflitti e crisi umanitarie”.
Anche Tiziano Motti, europarlamentare del neonato gruppo Popolari per l’Europa, in cui è confluita a Strasburgo e a Bruxelles la delegazione UDC, ha sostenuto il progetto: “L’Italia e l’Europa – dice – hanno necessità di regolamentare maggiori tutele per le donne dal fenomeno della violenza domestica, una vergogna da debellare indicatrice dell’inciviltà ancora nascosta sotto il tappeto delle belle case europee”.
Loredana Recchia