8 febbraio, 11.40 Sei miliardi per i giovani, compensazioni da 500 milioni in agricoltura per l’Italia, che ottiene anche mezzo miliardo in più per le proprie regioni svantaggiate. Finalmente il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha fatto circolare la bozza di bilancio pluriennale. Tra le decisioni spicca la creazione di una ‘Iniziativa per l’occupazione giovanile’, per cui sono previsti 6 miliardi di euro complessivi. La metà di questi fondi, secondo la bozza, dovrebbe arrivare da investimenti mirati attraverso il Fondo sociale europeo.
L’Italia vede migliorata la sua posizione: al nostro paese vengono dati 1,5 miliardi di euro di fondi aggiuntivi all’interno dei Fondi strutturali per il sostegno delle regioni svantaggiato. Nella bozza di novembre era previsto 1 miliardo. L’Italia guadagna qualcosa anche in agricoltura: la bozza propone risorse aggiuntive allo sviluppo rurale per 1,5 miliardi, 500 milioni in più rispetto alla bozza Van Rompuy di novembre.
22:00 Schulz: Il Parlamento potrebbe preferire i bilanci annuali. Dopo la foto di famiglia di rito inizia la notte del vertice. Nel suo intervento al Consiglio europeo, il Presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz ha avvertito: “Non permetteremo alcun deficit strutturale dell’Ue! Negli anni scorsi si è allargata sempre più la forbice tra gli impegni assunti e gli stanziamenti di pagamento effettivamente messi a disposizione. Questo deve cessare al più presto! Tagliando la proposta della Commissione di 100 miliardi di EUR, si spingerebbe l’Europa nella trappola del debito”. Secondo il Presidente dell Parlamento europeo: “Se non dovesse essere fissato un bilancio pluriennale, sarà prorogato il ‘massimale’ del 2013. Espresso in cifre, ciò significa per i prossimi sette anni un importo globale di 1.026 miliardi – il che rappresenterebbe già 19 miliardi in meno della proposta della Commissione sul bilancio – ma ancora circa 70 miliardi in più delle attuali proposte di riduzione”. Secondo Schulz “il Parlamento europeo potrebbe, nell’ambito di tale proroga dei massimali, vivere benissimo con bilanci annuali per i quali non è necessaria l’unanimità, ma una maggioranza qualificata”. Questa sarebbe però, come hanno spiegato fonti diplomatiche a Bruxelles, “la soluzione peggiore da evitare come la peste”.
19:00 Incontro Monti, Hollande, Di Rupo, Schulz. Il primo ministro Mario Monti ha avuto un incontro con il Presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, il primo ministro belga Elio Di Rupo e il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Quest’ultimo ha ribadito che se il budget proposto avrà, come sembra, 960 miliardi di impegni e 900 di pagamenti, l’Aula di Strasburgo non lo voterà.
17:30 Rinviato ancora il Consiglio europeo. L’inizio previsto dei lavori è stato spostato alle 20:30, evidentemente i vertici bilaterali hanno richiesto più tempo. Monti si è confrontato prima in un trilaterale col presidente francese Francois Hollande e quello spagnolo Mariano Rajoy, e poi ha incontrato il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. I Paesi nordici, che seguono la linea rigorista e di tagli della Gran Bretagna, hanno fatto un vertice comune a cui hanno partecipato il premier David Cameron, il primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt, quello olandese Mark Rutte e lo svedese Fredrik Reinfeldt.
Mario Monti è stato il primo leader europeo ad arrivare al palazzo del Consiglio europeo dove oggi si svolgerà il difficile dibattito sul Bilancio pluriennale dell’Ue per il periodo 2014-2020. L’inizio del summit è stato posticipato, all’ultimo secondo, dalle 15 alle 17:30 perché al di là di quanto annunciato ci saranno diversi incontri bilaterali. Secondo Monti perché si possa raggiungere un accordo c’è bisogno di “crescita ed equità. Ci batteremo perché entrambe queste cose si realizzino”. “Il bilancio settennale dell’Ue è un argomento di grande importanza – ha dichiarato il primo ministo – Speriamo di trovare l’accordo, che deve avere due caratteristiche fondamentali: essere coerente con la priorità da assegnare alla crescita, come ha deciso il Consiglio europeo, e poi essere equo”. Per Monti essere coerente con le priorità della crescita “vuol dire rendere effettivamente integrata l’Europa con le connessioni transfrontaliere, più altre cose che favoriscono la crescita”. Per quanto riguarda l’equità invece secondo il premier sono centrali “gli aspetti della distribuzione delle risorse fra paesi”. E a chi gli chiedeva quale sarà la ‘linea rossa’ oltre la quale l’Italia utilizzerà il minacciato veto, Monti ha risposto semplicemente: “Conta la qualità dei risultati”.
L’altro ‘alfiere della crescita’, il francese Francois Hollande, ha minacciato invece di far saltare il tavolo se toccheranno l’agricoltura, la politica a cui più tiene Parigi perché “non bisogna indebolire l’economia”. “Vengo per cercare un accordo che credo sia possibile – ha spiegato Hollande – Se non saranno ragionevoli cercherò di farli ragionare ma fino a un certo punto”. Però il Presidente francese ha avvertito: “Se l’Europa deve cercare un compromesso a ogni costo abbandonando le sue politiche comuni, dimenticando l’agricoltura e ignorando la crescita, io non sarò d’accordo”. E secondo Hollande per avere la crescita sono centrali “le politiche comuni di solidarietà” e “le politiche agricole che sono importanti per la storia e l’avvenire dell’Europa”.
Come anche a novembre il premier britannico David Cameron al suo arrivo ha ostentato fermezza e inflessibilità davanti alle telecamere, dichiarando che se non ci saranno nuovi tagli “non ci sarà nessun accordo”. Per Cameron “quello di cui parliamo è quanto l’Ue può spendere. L’Unione europea non dovrebbe rimanere immune dalle politiche di riduzione della spesa”. Parlando di cifre ha spiegato che “l’ultima proposta sul tavolo di novembre era troppo alta, se non si ridurrà non ci sarà nessun accordo”.
Il cancelliere tedesco, Angeka Merkel, dal canto suo ha mostrato di duibitare della possibilità che tra oggi e domani si possa raggiungere un accordo perché, secondo lei, “le posizioni sono ancora troppo lontane”. Merkel ha assicurato che farà “tutto il possibile” per raggiungere un accordo ma ha aggiunto: “In questo periodo di insicurezza economica e disoccupazione di massa, è importante poter pianificare e spendere facendo attenzione, ma anche che ci sia solidarietà tra i contribuenti netti e i beneficiari”.
E di solidarietà avrà bisogno sicuramente la Grecia per la quale, stando alle dichiarazioni del primo ministro Antonis Samaras: “L’obiettivo è ritrovare la crescita. I fondi strutturali sono garanzia per il successo perché abbiamo bisogno di ripresa e crescita”. Samarah ha assicurato che “in Grecia le necessarie riforme e la consolidazione fiscale sono in corso” e per questo “ora abbiamo bisogno di crescita”.
Per saperne di più:
– Bilancio, per l’Italia è andata bene (si dice)