Il presidente della commissione parlamentare Budget alla vigilia del summit dei Ventisette
“La loro procedura segreta non è democratica, e la decisione finale spetta agli eletti dal popolo”
“Herman Van Rompuy si comporta come un monarca, ma io vi dico che questo Consiglio non deciderà nulla, il vero dibattito comincerà dopo”. Alain Lamassoure, presidente della commissione Budget del parlamento europeo è arrabbiato per il modo in cui il Presidente del Consiglio europeo sta gestendo la difficile trattativa sul Bilancio pluriennale dell’Ue, quello che deciderà quanti soldi l’Europa metterà a disposizione per le sue politiche dal 2014 al 2020, “questo processo non ha niente di democratico” dice. “Ieri Hollande ha parlato della distanza tra cittadini e istituzioni e loro che fanno? Discutono un testo super segreto a cui nemmeno noi parlamentari abbiamo avuto accesso, quando abbiamo chiesto informazioni ce le hanno negate” ha dichiarato Lamassoure riferendosi alla nuova bozza di compromesso che Van Rompuy presenterà soltanto domani. “Si comportano come monarchi, si chiuderanno nel segreto delle loro stanze, discuteranno sull’ammontare dei loro ‘pacchi dono’ e solo dopo si degneranno di informare i cittadini. Bisogna reagire, decisioni di questo genere non devono essere prese che secondo le esigenze della democrazia, la decisione finale deve essere presa dagli eletti del popolo”.
Van Rompuy ieri ha spiegato che il bilancio, per la prima volta nella storia, avrà dei tagli in “termini reali” rispetto all’attuale. “Ma ci rendiamo conto che questo vuol dire che bilancio europeo nel 2020 sarebbe inferiore al vigente? Sarebbe come riportarlo al livello precedente del 2008, prima della crisi, o del 2004 prima che 10 nuovi Paesi entrassero nell’Ue. Nessun europarlamentare può accettare questa proposta”, assicura Lamassoure, secondo cui l’Aula di Strasburgo è intenzionata a sfruttare il potere di rigettare la proposta di budget che il trattato di Lisbona (firmato alla fine del 2007, cioè quando l’attuale bilancio pluriennale era stato già approvato) per la prima volta gli conferisce. “Sarà un ‘no’ aperto poi al confronto” afferma, ma comunque un “no”.
Il momento in cui si svolge questa discussione non aiuta certo a trovare un compromesso, ben 19 Stati sui 27 dell’Ue sono sotto procedura di infrazione per il deficit eccessivo. Sono quindi obbligati dall’Europa a tagliare le loro spese, e per farlo vogliono cominciare proprio dai loro contributi all’Ue. “Capisco che la situazione è difficile – concede Lamassoure – ma le soluzioni ci sono. La prima è dotare l’Ue di risorse proprie. Undici Paesi hanno approvato la tassa sulle transazioni finanziarie, se potessero destinarla all’Ue per loro sarebbe un risparmio sulla loro parte di contributi”. Anche il termine dei 7 anni, per il presidente della commissione parlamentare, si dovrebbe ridiscutere, “sarebbe meglio se il bilancio fosse programmato per 5 anni e fosse discusso giusto un anno dopo l’elezione del Parlamento europeo, questo renderebbe le cose più facili e il processo più democratico”.
Alfonso Bianchi
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