Per il Mediatore europeo può partecipare al ‘Think tank’ col presidente di Goldman Sachs e altri. La Ong Ceo: “Preoccupante che possa restare associato con le banche che dovrebbe regolare”
“Il Gruppo dei Trenta non è una lobby” e quindi il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, può continuare a farne parte, anche se la cosa dovrebbe “essere pubblicizzata sul sito della Bce”. Con questa motivazione il Mediatore europeo, P. Nikiforos Diamandouros, ha respinto il ricorso presentato nel giugno 2012 dalla Ong Corporate Europe Observatory (Ceo) che affermava invece che i Trenta siano un gruppo di pressione che lavora per società finanziarie come la Goldman Sachs e la JPMorgan Chase.
“Gli obiettivi sono troppo diversi per poterlo considerato come un gruppo di interesse: meno di un terzo degli attuali membri del gruppo provengono dal settore privato (gli altri membri sono parte del settore pubblico e del mondo accademico)” afferma il mediatore che sottolinea come il think tank “riceve finanziamenti da una vasta gamma di soggetti sia pubblici che privati. E anche gli argomenti di cui si occupa sono molto diversi. Per questo esso costituisce un forum di discussione”. Questa decisione dà ragione alla Bce, secondo la quale il Gruppo è un forum di discussione e confronto al quale è addirittura essenziale per Draghi partecipare regolarmente.
Nella sua decisione il Mediatore però rileva anche che la denuncia della Ong era motivata in quanto le iniziali risposte della Bce sulla faccenda erano state “inadeguate” e ha chiesto alla Eurotower di “migliorare la sua trasparenza, menzionando l’adesione del Presidente del Gruppo dei Trenta sul suo sito web”.
Il gruppo, che al momento è guidato dall’ex Presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, è composto da importanti e influenti professori e banchieri tra cui l’accademico Paul Krugman, il direttore amministrativo di Goldman Sachs, E. Gerald Corrigan, il presidente di Barclays, David Walkers, ma anche il governatore della banca del Giappone e di quella d’Inghilterra. I suoi lavori sono finanziati dai più diversi gruppi bancari (guarda la lista sotto) tra cui il Banco d’Italia, la Unicredit, BNP Paribas, JPMorgan Chase International, Standard & Poor’s e Morgan Stanley & Co. I finanziamenti nel 2011 sono stati pari a circa 618 mila, secondo l’ultimo rapporto annuale del gruppo.
Per questo motivo la decisione non ha affatto convinto l’Ong Ceo che ha rilanciato i suo dubbi con una dichiarazione di Kenneth Haar: “È assai preoccupante che, mentre la Banca centrale europea sta assumendo un ruolo sempre più importante nella regolazione dei mercati finanziari, il suo Presidente faccia parte di una una società privata che lo associa con gli stessi lobbisti delle grandi banche e istituzioni finanziarie che dovrebbe essere regolate”.
Alfonso Bianchi
Guarda la lista dei finanziatori del Gruppo dei Trenta (Fonte: ultimo rapporto annuale del gruppo)