Un candidato “europeo” del Pdl che conosce bene l’Europa è Enrico Singer, giornalista, ex corrispondente proprio da Bruxelles per un grande quotidiano italiano. Lo abbiamo intervistato cogliendolo mentre passava da un appuntamento elettorale all’altro.
Tra i molti temi comuni al suo partito che in Europa si presenta in coalizione con il centro destra italiano quali sono, per lei, i punti fondamentali del programma elettorale e come rispondono alle esigenze degli italiani all’estero?
Innanzitutto sono molto sensibile al discorso dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa anche per gli italiani che vivono all’estero e che possiedono ugualmente un’abitazione in Italia per quando ritorneranno. È fondamentale che questa venga equiparata non ad una residenza per le vacanze, ma ad una prima casa e quindi sia esentata dal pagamento di imposte.
E poi la questione dell’usucapione…
Un discorso nuovo che non ha affrontato ancora nessuno, di cosa si tratta?
Riguarda la pratica del “prendere con l’uso” o impossessarsi di un’abitazione lasciata libera per molto tempo. Molti degli italiani che vanno a vivere all’estero possedevano, magari, una casa in un paesino nella quale, nel frattempo, si è installato qualcuno. Quello dell’usucapione è un principio giuridico, certo, ma chi vive in Italia ha modo di accorgersi se qualcuno sta usucapendo un suo bene, mentre per chi vive fuori spesso è una sorpresa. È giusto, invece, che chi è all’estero sia informato dall’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) nel momento in cui ha inizio la pratica dell’usucapione.
Nel vostro programma elettorale si parla anche di riforma dei Comites, le istituzioni rappresentative degli italiani all’estero…
Vogliamo ridurre il numero dei Comites senza chiudere i consolati che invece devono essere modernizzati attraverso l’informatizzazione. Dotarli di punti informatici efficienti permette di risparmiare soldi e migliorare il servizio senza bisogno di eliminare queste strutture come è successo, invece, in Francia creando enorme disagio per i cittadini. In sostanza i tagli della Spending Review possono essere fatti meglio e l’italiano che vive all’estero non deve essere considerato un cittadino di serie b.
Parlando di attualità: come vede la posizione del Pdl in Europa? Le ultime dichiarazioni del suo leader Silvio Berlusconi hanno fatto discutere…
Le dico subito che vi è un equivoco di fondo che riguarda la tendenza a relazionare le critiche di Berlusconi all’euro con il fatto che l’Italia debba uscire dall’Europa. Questo non è assolutamente vero; Berlusconi vuole più Europa, ma il problema è stabilire “quale” Europa. Se le critiche vengono da Hollande o da Cameron sono considerate costruttive, ma se fatte da Berlusconi vengono subito lette come antieuropeiste. L’Europa per me è intoccabile, ma bisogna stabilire “quale” Europa. Non può andar bene l’ “Europa visione Merkel”!
Oggettivamente, però, l’immagine del Pdl rispetto al Ppe non è delle migliori… pare che il presidente del Ppe Wilfried Martens abbia aperto un dossier con tutte le posizioni del Pdl inconciliabili con i valori del Ppe: antieuropeismo e alleanza con la Lega i faldoni più consistenti. A cui si è ora aggiunto anche il capitolo sulla difesa del Duce, proprio nel corso della giornata della Memoria. La goccia che ha fatto traboccare il vaso si direbbe…
Riguardo alle dichiarazioni di Berlusconi in occasione della Giornata della Memoria credo che siano state pompate e travisate per mettere in risalto il preteso antieuropeismo del Pdl. Sull’alleanza con la Lega mi sembra che sia uno degli argomenti politici che si usano quando la si “butta in caciara” tanto per dire che Berlusconi è antieuropeista. Suvvia, la Lega di Maroni non è certo quella che era la Lega di Bossi.
La Lega di Maroni si avvicina di più all’Europa secondo lei?
Ci sono stati dei cambiamenti, è sbagliato parlare di “Lega” in termini assoluti. La Lega che ieri diceva “secessione” non è uguale a quella che oggi dice federalismo fiscale: è un partito diverso che propone soluzioni con le quali bisogna dialogare. Poi, ribadisco, per me l’Europa è la nostra grande casa comune dove bisogna anche poter dire cosa non ci piace senza essere accusati di antieuropeismo.
Tornando alle dichiarazioni di Berlusconi sull’operato del Duce, definite “parole gravissime e incompatibili con il Partito popolare europeo” pare che Angela Merkel sia seriamente intenzionata a cacciare il Cavaliere dal Ppe qualora restasse fuori dal governo. Crede a queste voci?
Berlusconi ha avuto un’espressione poco felice, ma ha precisato e chiarito le sue parole. E ad ogni modo dire che Mussolini ha fatto qualcosa di buono come la bonifica delle paludi Pontine non significa appoggiare le leggi razziali. Poi se se ne vuole fare un caso perché c’è la campagna elettorale di mezzo si faccia pure, io non ho avuto l’impressione che stesse rivalutando il fascismo e non credo alle voci sulla cacciata dal Ppe. E poi Berlusconi non ha mai pensato di cacciare la Merkel…
Non è certo la prima volta che Berlusconi e il Pdl ricevono critiche da parte dei popolari europei e dalla Germania non solo per le affermazioni sullo spread definito “un imbroglio” ma anche per l’aver tolto la fiducia a Monti – atto giudicato dai Popolari europei come un grave errore.
Fino a prova contraria il Pdl fa ancora parte del Ppe quindi finché non sarà espulso la questione non si pone. Come ho già detto, sulle critiche del Ppe pesa un clima elettorale molto teso.
Anche la Cancelliera tedesca ha ribadito la sua fiducia e il suo appoggio alla strada delle riforme portata avanti da Monti…
Vedremo come la penseranno gli italiani, è il loro giudizio che conta alla fine e la democrazia è anche questa. Poi mi scusi, ma può darsi che la Merkel a settembre non conterà più niente. Non credo che le reciproche simpatie siano importanti.
Però intanto il Ppe ha preso le distanze da Berlusconi e Joseph Daul con le parole “il candidato del Ppe è il signor Monti” ha palesemente appoggiato il professore : non crede sia un problema?
Nel Ppe ci sono più partiti che coesistono, non ci vedo nulla di strano se qualcuno fa il tifo per Monti. Io stimo il Professore, ma l’Agenda Monti non è la Tavola della Legge. La politica, e tanto più quella europea, è l’arte d risolvere problemi con il massimo pragmatismo attorno ad un tavolo. Anche perché, diciamocelo, quella dell’Europa non è una costruzione perfetta.
Cosa non le piace?
Beh, definirei il Trattato di Lisbona “un piccolo mostriciattolo”; è stato un tentativo di risolvere, regolamentandolo, il problema dell’unione allargata, ma lasciando irrisolta la questione fondamentale delle patrie dove chi conta di più è sempre la Germania la quale si allea con altri due o tre stati e comanda. L’intervento in Mali, ad esempio, è stato deciso dalla Francia, le sembra una politica europea? Secondo me la politica estera è un fallimento totale! E poi io sono per l’elezione diretta anche del Presidente del Consiglio europeo che si è tradotta nella figura di Herman Van Rompuy, persona stimabile, ma di peso relativo rispetto ai leader europei.
Un’ultima domanda sulla questione del voto degli italiani che si trovano all’estero, ma non sono residenti quindi non iscritti all’Aire come, ad esempio, gli studenti Erasmus. Il Ministro Cancellieri ha dichiarato di star facendo predisporre un disegno di legge per il futuro… lei vede concretamente la possibilità di cambiare questo punto della legge elettorale?
Qualora dovessi essere eletto mi preoccuperei perché il voto diventi effettivamente espressione degli italiani che comprendono anche coloro che sono all’estero. Inoltre in Europa ci sono due milioni di residenti italiani ma di questi solo il 33% va a votare per la circoscrizione estera. Il diritto di voto deve diventare anche un dovere.
Loredana Recchia
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