Nelle liste per la Camera della circoscrizione Europa: L’Italia ha dimenticato i suoi emigranti
“Siamo i giovani che arrivano coi low cost in una nazione straniera in cerca di una possibilità”
Si definisce un membro di quella che chiama la “generazione Charleroi”, dal nome dell’aeroporto in cui arrivano i voli Low Cost in Belgio. Francesco Cerasani, trentunenne segretario della sezione del Pd di Bruxelles, è arrivato da quello scalo nel 2004, da allora lavora alla delegazione dei democratici al Parlamento europeo e ora è uno dei candidati alla Camera dei deputati nella circoscrizione Europa. “Sto facendo campagna elettorale vecchio stile sul territorio: porta a porta, incontri con associazioni e nei bar italiani a Bruxelles come in altre città del Belgio. All’estero non c’è il Porcellum ma gli elettori esprimo una preferenza diretta. Faccio poi campagna attraverso internet e i social media come Twitter che mi aiuta ad arrivare più lontano”.
Cosa intende per ‘Generazione Charleroi’?
“Charleroi per noi emigrati è la porta verso il Belgio. Tanti giovani arrivano da quell’aeroporto e spesso qui restano per anni. Ma Charleroi è anche una città in cui è forte la presenza di italiani arrivati decenni fa. Lì vicino c’è il bois du Cazier, dove si trova la miniera di Marcinelle, luogo della tragedia in cui morirono 262 persone di cui 136 italiani”.
La comunità italiana è una delle più numerose in Belgio…
“Sì ma l’Italia si è dimenticata troppo presto della sua emigrazione, non la fa studiare. A parte l’anniversario della tragedia di Marcinelle in cui ci sono eventi commemorativi, per il resto nella vita di tutti i giorni manca attenzione, ci sono tagli alle strutture consolari che non funzionano bene e i cittadini spesso si sentono abbandonati. In Europa ci sono 2,2 milioni di italiani, nel mondo sono 4,2, quasi quanto la popolazione dell’Emilia Romagna. Ecco è come se lo Stato si fosse dimenticato dell’intera Emilia Romagna”.
In questo senso la mancata concessione del diritto di voto agli studenti Erasmus è stata l’ennesima occasione persa?
“Certo, le regole dell’Aire sono antiquate, può votare solo chi è residente in un paese da almeno un anno. Pensiamo invece alle primarie che sono state aperte a tutti, a Bruxelles hanno votato oltre 1.330 persone, in assoluto la città in cui hanno votato più persone all’estero. È la dimostrazione che c’è una massa di giovani che vanno a vivere oltre confine, giovani che non sono soltanto i tanto declamati “cervelli in fuga”, ma ragazzi che fanno i mestieri più differenti e che cercano una possibilità fuori dall’Italia. Molti purtroppo partono per mancanza di alternative, vista la situazione economica del Paese, altri partono semplicemente perché vogliono godere delle opportunità che offre la nuova cittadinanza europea”.
Che cosa si potrebbe fare per cambiare questa situazione?
“Bersani vuole fare nei primi 100 giorni la riforma della cittadinanza, noi su questo argomento abbiamo qualcosa sa dire”.
La politica in Europa è fatta di relazioni, compromessi e contrattazioni, pensa che se vincesse il segretario del Pd avrebbe le capacità per per influire nel contesto dell’Ue?
“Bersani in questo senso sarebbe il migliore successore di Monti, perché come lui è un uomo capace di svolgere il ruolo del “pontiere”, di mediare per avvicinare le posizioni dei diversi leader. Dovremo convincere quei Governi che per peculiarità nazionali sono più restii a un’assunzione vera della dimensione federale dell’Ue”.
E bisognerà convincere anche i cittadini italiani dell’utilità dell’Ue, la popolarità dell’Unione non è altissima al momento…
“Bersani a differenza di Monti non è un tecnocrate ma un uomo di consenso e di coesione, ha la credibilità giusta per determinare una svolta in termini di rapporto con la cittadinanza. Il suo Governo sarà capace di prendere le decisioni giuste e farle capire alla gente”.
Uno dei provvedimento con cui dovrà fare i conti se vince è il Fiscal Compact, che impone rigidi limiti alla spesa dello Stato.
“Il Fiscal Compact pone in maniera molto realista ai parlamenti nazionali l’esigenza di impegnarsi in riforme strutturali serie perché la spirale debito e mancanza di crescita è comprovata dagli economisti. L’Italia ha raggiunto il pareggio di bilancio sul deficit, siamo stati tra i primi, con una politica di rigore ma di macelleria sociale. Ora non si tratta di dire in maniera populista via dal fiscal compact, via l’Imu, e cose del genere, ci vuole serietà. Quello che manca in questo Patto è la visione sociale per questo dovremo spingere in Europa per avere una vera unione politica accanto ad una unione monetaria ed economica. Questo comporta cessioni di finalità su questioni molto sensibili e non sarà semplice. Ma se vogliamo europeizzare l’Italia serve un lavoro che non sia solo politico ma che abbracci diversi campi, un lavoro essenzialmente culturale”.
Alfonso Bianchi
Per saperne di più:
http://www.francescocerasani.eu/
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Nei prossimi giorni pubblicheremo le interviste con candidati di altri partiti e delle altre coalizioni.