Il segretario generale della Nato preoccupato per le riduzioni di spesa: nei paesi emergenti crescono
“Rischiamo di indebolire le nostre economie e la sicurezza”
Basta tagli alle spese militari o la Nato e il suo operato verranno rimesse in discussione. E’ il duro monito rivolto dal segretario generale dell’Alleanza atlantica ai paesi alleati, alle prese con un crisi che impone rigore di bilancio, risanamento dei conti e riduzione della spesa. “Investire nella difesa non risolve i nostri problemi economici, ma se tagliamo troppo e per troppo tempo rischiamo di rendere l’attuale situazione economica anche peggiore”, avverte Anders Fogh Rasmussen in occasione della presentazione del rapporto annuale sulle attività della Nato. “Tagli indiscriminati alla difesa non solo indeboliscono la nostra capacità militare, ma anche le industrie del settore, che sono un importante volando per l’innovazione, l’occupazione e le esportazioni”.
Bisogna invertire la rotta, ed evitare di rimettere tutto in discussione. “Nel corso degli ultimi anni – lamenta Rasmussen – la spesa complessiva degli alleati per la difesa è diminuita. Se questa tendenza dovesse continuare nei prossimi anni potrebbe essere messa a rischio la credibilità politica e la capacità militare della Nato”. E’ vero, c’è la crisi. Ma “se è vero che c’è un prezzo da pagare per la sicurezza, il costo dell’insicurezza può essere molto più salato”. Questo è il motivo per cui i paesi alleati “devono mantenere invariato il livello di spesa per la difesa nel 2013”. I paesi della Nato devono sapere che si giocano tutto: industria della difesa, sicurezza, supremazia. “Mentre la spesa per la difesa nei paesi alleati è diminuita, nei paesi emergenti sta aumentando”. Il rischio, mette in guardia Rasmussen, è che “si possa avere un divario sempre maggiore tra la nostra e la loro abilità di influenzare il mondo”.