Il commissario: Questo l’anno della verifica della credibilità dell’Unione. Nei prossimi 12 mesi “gireremo l’angolo” della crisi, verso ripresa sostenuta
Appello a riforme e svolta sui contratti “favorire tempo indeterminato” e “contrattazione collettiva”
L’Italia di Silvio Berlusconi è un chiaro esempio di inaffidabilità, dal quale l’Unione europea, nell’anno in cui “si misurerà la nostra credibilità”, deve stare lontana. Lo ha spiegato al Parlamento europeo Olli Rehn, commissario agli Affari monetari. “Vi posso dare un chiaro esempio. Pensate all’Italia tra l’agosto e il novembre del 2011 – ha ricordato Rehn -; l’Italia aveva fatto alcune promesse su misure di risanamento dei conti pubblici a fine estate, anche in modo da favorire un intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di Stato. Inizialmente – ha continuato – l’Italia rispettò le sue promesse, la Bce intervenne e per un breve lasso di tempo i costi di finanziamento migliorarono. Poi accadde che il governo Berlusconi decise di non rispettare gli impegni e da questo risultò un aumento dei costi di rifinanziamento dei titoli di Stato, e una fuga di finanziamenti che ha soffocato la crescita economica e ha portato a un vicolo cieco politico che sfociò nel governo Monti, che più in avanti riuscì a stabilizzare la situazione. Questo – ha concluso Rehn- è un chiaro esempio dell’effetto sulla fiducia”.
Il 2013 sarà “un test essenziale per la credibilità dell’Unione”, e se andrà bene sarà “l’anno della ripresa”. Continuano a dircelo tutti i vertici delle istituzioni comunitarie, ed insistono tanto che forse è il caso di crederci. A Madrid è stato il commissario agli Affari economici Olli Rehn a ribadire il concetto, in un discorso tenuto al termine dell’incontro con il governo spagnolo, dove ha parlato addirittura di una ripresa “sostenuta”. “Questo sarà un altro anno difficile – ha ammesso -, ma sono sicuro che sarà anche l’anno in cui si girerà l’angolo, in cui la Spagna e l’area dell’euro nel suo insieme potranno passare dalla stabilizzazione a una ripresa sostenuta”. In precedenza, parlando al Parlamento europeo in apertura della semestre europeo (il periodo dedicato alla verifica ed al coordinamento dei bilanci nazionali), il commissario aveva ricordato che “l’anno scorso c’erano serie preoccupazioni per l’Italia e la Spagna, ma ora la situazione è molto migliorata, anche se non sia ancora il momento di rilassarsi”.
Per il 2013 la Commissione ha tre priorità, ha spiegato Rehn: “primo mantenere un certo ritmo in materia di riforme economiche per avere equilibrio nell’economia europea. Secondo, bisogna continuare con la riforma del mercato del lavoro e, terzo dobbiamo proseguire con il consolidamento fiscale perché debiti eccessivi sono un ostacolo alla crescita”. Servono poi, ha ammonito “riforme equilibrate e ambiziose del mercato del lavoro, che rimuovano gli ostacoli all’occupazione”, mentre vanno favoriti “i contratti a durata indeterminata” e la ”contrattazione collettiva” per il reinserimento dei lavoratori. Tuttavia, continua Rehn, in Europa e nella zona euro “ci sono ancora gravi problemi come la crescita a ritmi lenti e la disoccupazione a livelli elevati, e quindi non possiamo accontentarci di quello che è stato fatto” nel corso del 2102. Bisogna quindi “garantire al cittadino politiche per la stabilità economica”, ma soprattutto bisogna “riformare e ammodernare il modello europeo di economia sociale”. La crisi non deve essere però un alibi per fermare il processo di riforma politica dell’Unione europea, e quindi bisogna insistere verso l’unione politica dell’Ue. Non a caso, ricorda Rehn, “stiamo discutendo approfonditamente la dimensione democratica dell’Unione europea e la modifica delle sue istituzioni”
Al termine dell’incontro in Spagna, il vice presidente della Commissione ha detto anche che “è importante osservare gli sviluppi positivi che riflettono la fiducia in costante crescita in Spagna e la sua politica economica, che è il riflesso delle decisioni prese sia dalla Spagna e della zona euro. I vecchi ostacoli alla crescita e alla competitività sono stati rimossi”. (N.B. Nel comunicato sull’incontro, diffuso oggi, la Commissione non specifica che questo si è svolto ieri…)
R.G.
Il commissario europeo all’Industria, Antonio Tajani, in una dichiarazione telefonica ha affermato:
“Come responsabile della Commissione europea per la politica industriale, e quindi per un settore essenziale per il rilancio della crescita mi dissocio e mi rammarico per la dichiarazione del mio collega Olli Rehn sull’Italia, che rischia di fare apparire non indipendente la Commissione europea”.
La risposta di Licia Ronzulli, deputata europea del Pdl, alle parole di Rehn sul governo Berlusconi:
“Ancora una volta il Commissario Rehn confonde il Parlamento Europeo con uno studio televisivo, utilizzandolo per un nuovo gratuito attacco all’operato del governo del Presidente Berlusconi. Il Commissario dimentica, ennesima amnesia di una lunga serie, che il suo mandato richiede un atteggiamento neutrale nei confronti di tutti i governi, evitando ogni tipo di attacco e critica personale nei confronti dei leader politici europei. Il governo Berlusconi, fino quando è rimasto in carica, ha sempre rispettato gli impegni assunti con l’Europa. Resta difficile non pensare che un commissario non stia tentando di influenzare l’elettorato italiano in vista delle imminenti elezioni, criticando in ogni sede il Presidente Berlusconi ed elogiando l’operato del suo successore”.
Giovanni La Via, anche lui eurodeputato Pd sostiene che:
“L’intervento del Commissario desta stupore sia per un errore di fondo delle valutazioni effettuate, sia perché si contravviene all’obbligo di imparzialità politica e indipendenza che grava su tutti i membri della Commissione europea nell’esercizio delle loro funzioni. Il tutto in un contesto di piena campagna elettorale suona ancora più sgradevole”.
In una nota congiunta gli eurodeputati di Fratelli dItalia Centrodestra nazionale, Carlo Fidanza e Marco Scurria dicono:
“E’ francamente desolante constatare come il Vice Presidente della Commissione Europea, Olli Rehn, si sia prestato a fare da ventriloquo al duo Monti-Bersani. Un’entrata a gamba tesa in piena campagna elettorale, fondata su falsità assolute, che non fa che aumentare i sospetti sulle manovre internazionali che hanno portato alla nascita del governo di Mario Monti, l’uomo più gradito alle banche, ai falchi del rigore e a consorterie più o meno trasparenti. Fratelli d’Italia crede nell’Europa politica ma vuole difendere la nostra sovranità nazionale: quel principio bizzarro per cui ogni popolo é padrone a casa propria e ha il diritto di scegliersi e di giudicare chi lo governa in piena autonomia, senza inaccettabili ingerenze esterne”.
Erminia Mazzoni, eurodeputata del Pdl dice:
“Dichiarazioni scorrette nella forma e nel merito. Il Commissario Rehn esprime opinioni ed emette verdetti in un contesto che non ammette il contraddittorio. Rehn interviene, peraltro, in un momento molto delicato per il nostro Paese alterando le regole del confronto democratico. Se l’economia dell’Eurozona è ancora debole e la ripresa ci sarà soltanto nel 2014, come dichiara lo stesso commissario, le condizioni in cui si trova il nostro Paese nel dopo Monti sono sicuramente peggiori di prima! Le banche si sono rimesse in asse grazie ai sostegni ricevuti, mentre lo stato dell’economia reale ha costretto il governo italiano a rivedere le stime del Pil al ribasso per il prossimo anno”.