Se c’è un modo per far sì che l’Unione Europea faccia quello che i suoi cittadini vogliono, questo modo si chiama ‘European Citizens Initiative‘ ovvero il Diritto di Iniziativa dei cittadini europei. A quasi un anno dalla sua ‘nascita’, mi è venuta voglia di dare un’occhiata a quelle che sono state lanciate fino ad oggi, per avere un’idea di chi è attivo a livello europeo, quali sono i problemi che i cittadini Europei considerano importanti, vedere quali iniziative non hanno ottenuto l’autorizzazione a registrarsi e perché.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, ecco la descrizione presa dalla homepage del sito della ECI: ‘Un’iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione europea perché proponga un atto legislativo su questioni per le quali l’UE ha la competenza di legiferare. Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell’UE. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme’.
Ci sono state parecchie critiche per il fatto che fosse obbligatorio un numero minimo di firme in diversi Stati membri (ad esempio per l’Italia sono necessarie almeno 54.750 firme; ma non avrebbero potuto mettere 55.000? Ma certo che no, non stiamo mica giocando con i numeri qui!). Personalmente, non capisco il motivo di queste critiche, perché se si tratta di un’iniziativa europea, DEVE essere europea! E per una volta, sul sito è tutto spiegato molto chiaramente. Siete pronti? Il sito non è niente male, magari non incredibilmente eccitante, ma è davvero ben fatto (non vi aspettavate una frase del genere da me vero?) Vi si possono trovare tutte le informazioni sul diritto di iniziativa: che cosa è, come trovare quelle in corso, quelle obsolete e quelle rifiutate, come lanciarne una voi stessi e cosa succede dopo aver raccolto le firme necessarie.
Vediamo, tra le iniziative in corso, un mix eclettico di cause più o meno meritevoli: una che spinge per la ‘tutela della vita umana dal concepimento’ (One of Us), sponsorizzato da una fondazione italiana; una che suggerisce i 30 chilometri all’ora in tutta l’UE come limite di velocità per aree urbane e residenziali (30 kmh – Make Streets liveable!)); una direi classica contro la vivisezione (Stop Vivisection), e una un po’ più insolita per la dissoluzione del contratto di libera circolazione delle persone con la Svizzera’ (Kündigung Personenfreizügigkeit Schweiz); questa è una delle poche iniziative, tra l’altro, ad avere un video – abbastanza basic– in posizione preminente sul loro sito, eccolo qui:
In realtà, c’è un altro video che vorrei aggiungere fatto dalla ECI sulla libertà e il pluralismo dei media (European Initiative for Media Pluralism), un soggetto che mi sta molto a cuore:
Vale la pena di andare sul sito voi stessi per dare un’occhiata a tutte le iniziative – non tantissime in realtà. Ma ancora più importante sarà osservare, una volta che la prima iniziativa avrà raccolto tutte le firme necessarie, la risposta da parte delle istituzioni. Saranno in grado di rispondere all’ invito – come lo hanno definito – in maniera convincente?
La mia preferita, purtroppo, è stata respinta dalla Commissione e questo non solo è un vero peccato, ma vi immaginate che impatto sull’ Europa avrebbe avuto se fosse stato accettata e fosse riuscita a raccogliere un milione di firme? Ecco il titolo della sconvolgente iniziativa: ‘Recommend singing the European Anthem in Esperanto’ (il titolo è anche il link alla risposta motivata della Commissione). Certo che ce ne sono si persone con del tempo da perdere! L’ho cercato e chiaramente trovato su YouTube (siccome il mio Esperanto è alquanto arrugginito, fatemi sapere se non è affatto Esperanto!). Che cosa avrebbe detto Ludwig di questa versione?