In questi giorni in Gran Bretagna si discute di estensione del diritto di voto ai sedicenni e le motivazioni dei politici che sono favorevoli fanno pensare più alla circonvenzione di incapace che al rafforzamento della democrazia. Il ragionamento è questo: se accettiamo di far votare ottantenni suonati e a rischio di Alzheimer perché non dovremmo far votare una bella gioventù, moderna e istruita? A prescindere dal fatto che questa bella gioventù è la stessa che si accoltella e si ubriaca per le strade di Londra in tassi mai visti di criminalità giovanile, la motivazione chiara di chi vuole far votare i sedicenni sembra invece essere la loro assoluta influenzabilità. Un sedicenne non può avere quella consapevolezza, capacità di giudizio e esperienza che possa renderlo in grado di effettuare alle urne una scelta autonoma e ponderata. Un sedicenne è per la sua età informe, alla ricerca di modelli, fintamente ribelle e paurosamente conformista, privo di visione del passato e offuscato dal troppo futuro che ha davanti, un po’ lupo solitario un po’ succube del branco. Ma queste non sono colpe, semplicemente caratteristiche naturali dell’età. Un sedicenne ha il diritto di essere spensierato e confuso, di perdersi nei suoi sogni e nei suoi primi amori, di prendere senza misura la misura delle sue forze, di coltivare manie di grandezza, di credersi lui il big bang e disprezzare tutto quel che viene dagli adulti. Caricarlo della responsabilità di votare è snaturare la sua condizione anfibia di uomo di mezzo, non rispettare la sua età in nome di un astruso diritto che è comunque incapace di esercitare.
Sempre più il voto viene oggi considerato una specie di diritto a priori, come quello all’istruzione o al vaccino antipolio. Non si pensa che la tessera elettorale dovrebbe essere considerata come il porto d’armi. Per guidare un’automobile dobbiamo conseguire la patente di guida e sottoporci ad un esame che verifichi la nostra competenza. Oggi leggi severe disciplinano l’accesso alla guida di autoveicoli. In più le assicurazioni sono molto rigide e non assicurano conducenti di meno di 21 anni. Giustissimo, perché al volante possiamo essere pericolosi, possiamo perfino uccidere. Ma anche chi vota può essere pericoloso, eppure viene mandato alle urne senza nessuna verifica delle sue capacità di valutazione, della sua conoscenza dei fondamenti che devono orientare la sua scelta. Autovelox, tutor e alcoltest ci proteggono dai pirati della strada. Chi ci protegge dai pirati dell’urna? Quanti milioni di italiani senza patente elettorale con il loro voto hanno disastrato il nostro paese e paralizzato la politica italiana per vent’anni?
Diego Marani