Per l’Ufficio Statistico dell’Ue è di quasi duemila miliardi, il 127,3% del Pil nazionale
Circa 33 mila euro per ogni italiano, il Fiscal Compact ci obbliga a dimezzarlo in 20 anni
L’Italia è il secondo Paese dell’Ue con la peggior situazione finanziaria per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo, peggio di noi fa soltanto la disastrata Grecia. È il quadro che emerge dall’analisi del terzo trimestre del 2012 fatta dall’Eurostat secondo cui se il debito medio europeo è dell’85% del Pil quello della Grecia è del 152% mentre l’Italia è al 127,3%, subito dopo vengono il Portogallo (120,3%) e Irlanda (117%). I più virtuosi sono invece l’Estonia con un rapporto debito/Pil del 9,6%, la Bulgaria (18,7%) e il Lussemburgo (20,9%). Francia e Gran Bretagna sono invece poco sopra la media Ue con, rispettivamente, l’89,9% e l’87,8%.
E anche in termini assoluti il nostro è il secondo debito pubblico più alto dell’intera Ue: ben mille e 995 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2012. Più indebitata di noi è soltanto la virtuosa Germania con un debito di 2 mila e 150 miliardi di euro, che però in termini relativi rappresentano soltanto l’80% del suo Pil nazionale. E questi dati sono anche ottimistici perché sicuramente quelli dell’ultimo trimestre del 2012 mostreranno un aggravarsi della situazione per il nostro Paese: Bankitalia nel suo ultimo Bollettino ha evidenziato che il debito lo scorso ottobre si è attestato a quota 2.014 miliardi, in valore assoluto il livello più alto di sempre, un aumento di 71,238 miliardi dall’inizio dell’anno, ovvero + 3,7%. Secondo i calcoli dell’Istat questo debito costa circa 33 mila euro per ogni italiano, neonati compresi.
Il tutto con il Fiscal Compact che bussa alla porta. In campagna elettorale non sembra essere al momento uno dei punti centrali della discussione, ma chiunque vinca la competizione dovrà fare i conti col fatto che l’Italia, che ha approvato il provvedimento in Parlamento durante il Governo Monti a larghissima maggioranza (Pdl, Pd e Udc votarono assieme), si è impegnata praticamente a dimezzare il suo debito pubblico in 20 anni, portandolo alla quota del 60% in rapporto al Pil, come prescritto dal Trattato. Questo vorrà dire che se non ci sarà una crescita costante del nostro Prodotto interno lordo, che farà cambiare le proporzioni, noi italiani ci ritroveremo obbligati a pagare oltre 50 miliardi di euro di debito ogni anno (senza contare gli interessi che potrebbero aumentare con eventuali variazioni dello spread). Gli auspici per il momento non sono però rassicuranti, sempre secondo Bankitalia il nostro Prodotto interno lordo, che era previsto in diminuzione dello 0,2% nel 2013, diminuirà invece dell’1%..
Alfonso Bianchi
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