Swoboda: “Non è il momento di parlare di accordi, ma di presentare il programma”
Il presidente dei deputati S&D sottolinea: “Non ho visto il professore battersi per la Golden rule”
L’idea che il centrosinistra si allei con Mario Monti non entusiasma i partner europei di Pierluigi Bersani. Hannes Swoboda, presidente del gruppo parlamentare dei Socialisti&Democratici a Strasburgo incontra la stampa italiana in un (lussuoso) ristorante di Bruxelles per parlare di Italia ed elezioni ed esprimere tutto il proprio sostegno al segretario del Pd.
Il pasto è leggero ma Swoboda riesce a malapena ad assaggiarlo, assalito come è dalle domande, e ne esce un forte realismo, pur insieme ad una scarsissima voglia di rivedere Mario Monti al governo. “Ora è il momento di presentare le proposte, le alternative – spiega – non quello di pensare ai possibili accordi”. Quel che tiene a dire è che “queste elezioni italiane sono molto importanti per l’Europa, possono essere un elemento decisivo per bilanciare le politiche di austerità che hanno avuto la meglio nell’Unione”. E Monti a suo giudizio è uno di quelli che le hanno sostenute, anche se il professore a suo tempo ebbe anche il suo appoggio, “ma solo perché – precisa l’austriaco – era l’unica alternativa praticabile a Silvio Berlusconi”. Se vincerà il centrosinistra “ci aspettiamo che l’Italia dia un forte contributo allo sviluppo del Patto per la crescita”.
Qualcuno ricorda a Swoboda che Monti ha sostenuto la necessità di politiche per la crescita, e che chiese anche l’introduzione di una Golden rule per favorire gli investimenti pubblici scomputantoli dal debito.. “Ho visto che Monti aveva scritto una lettera in favore della Golden rule – risponde – ma non l’ho visto battersi per ottenerla. Sono due cose molto diverse”. Ora toccherà, sperano i socialisti europei, a Bersani, “l’unico che in Italia può avviare un dialogo tra imprese e lavoratori”, per arrivare a varare delle riforme utili “ma che non siano la fine dell’Europa sociale”. In Europa, dice l’austriaco, il leader del Pd troverà una buona accoglienza dai leader del centrosinistra, “lui partecipa a tutto gli incontri del Partito socialista europeo, anche se non ne fa parte, e le differenze di visione che esistono su alcuni temi non sono poi così grandi. In realtà non vedo reali differenze tra Bersani e gli altri leader socialisti europei”.
Forse Swoboda è un po’ preoccupato per la presenza di Sel nella coalizione, ma in fondo neanche tanto, sembra fidarsi del pragmatismo dimostrato da Nichi Vendola in Puglia, e dice che l’esempio del governo Prodi non è calzante, “nel 2008 era un altro governo, un’altra storia”.
L.R.