C’è maretta nel Pdl in Europa e le elezioni italiane non fanno altro che peggiorare le cose. Dopo l’abbandono di Mario Mauro, che ha lasciato Berlusconi per aderire al progetto politico di Mario Monti, il Popolo della libertà è ancora senza un capo delegazione all’Europarlamento. Proprio oggi era prevista una riunione dalla quale sarebbe dovuto uscire il nome del nuovo leader del partito a Bruxelles, ma da Roma è arrivato uno stop all’iniziativa. “Fermi tutti – hanno detto dalla segreteria nazionale del partito – se ne riparla dopo le elezioni nazionali”. E, a quanto pare, se ne parlerà a Roma, non più al Parlamento europeo. Berlusconi e Alfano non possono (e non vogliono) che la scelta possa mettere in pericolo gli ormai fragili equilibri del partito. Oltre a Mauro sono già 3 gli eurodeputati che hanno lasciato il Cavaliere per approdare in diversi lidi. Il siciliano Salvatore Iacolino si è candidato per un posto al Senato con Grande Sud di Micciché, Marco Scurria e Carlo Fidanza, pur non scendendo in campo direttamente nella competizione elettorale, hanno abbracciato il progetto “Fratelli d’Italia”, guidato da Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. E altri potrebbero seguire la loro strada.
La decisione di bloccare la nomina del nuovo capo delegazione non è stata presa bene da diversi europarlamentari Pdl, ansiosi di porre fine a questa anomala situazione, e niente affatto contenti di sentirsi “commissariati” da Roma. Nel totonomine per la successione a Mauro i nomi più gettonati finora erano quelli di Sergio Silvestris, attuale vice capo delegazione, Giovanni La Via, europarlamentare come Mauro molto stimato a Bruxelles per aver gestito fascicoli difficili come il Bilancio, e Raffaele Baldassarre, vicepresidente della Commissione giuridica del Parlamento. Ma alle elezioni italiane manca ancora un mese, e sicuramente a seconda degli esiti gli equilibri potrebbero ancora cambiare.