La tassa sulle transazioni finanziarie in funzione forse dall’inizio del 2014
Ora la Commissione Ue dovrà definire e proporre le modalità di attuazione
L’Europa potrà introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie (nota anche come Tobin tax). Lo ha deciso il consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze dei paesi dell’Ue, che ha dato l’autorizzazione a procedere attraverso cooperazione rafforzata all’istituzione della nuova tassa negli undici paesi che l’hanno richiesto. Una decisione importante che vede anche l’Italia in prima linea (insieme ad Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna, il gruppo degli undici paesi che intendono apportare modifiche al funzionamento del settore finanziario). Sul via libera si sono astenuti Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Lussemburgo e Malta, ma ciò non ha impedito all’Ecofin di dare mandato alla Commissione europea ad elaborare una proposta più dettagliata sull’introduzione della Tobin tax (nella foto il suo inventore, il premio nobel Usa James Tobin) negli undici paesi. Raggiante il commissario europeo per la Fiscalità e l’Unione doganale, Algirdas Semeta. L’accordo di oggi rappresenta “una pietra miliare” nel cammino dell’Unione europea. “Per la prima volta una tassa sulle transazioni finanziarie sarà imposta a livello regionale”. A suo giudizio la norma potrebbe essere operative “dal primo gennaio 2014”.
La tassa sulle sarà dello 0,1% per tutte le operazioni e gli strumenti finanziari, con la sola eccezione dei derivati (dove sarà dello 0,01%). Queste tassazioni genereranno un gettito per decine di miliardi di euro all’anno. Semeta cifre precise non le fornisce. “Le nostre previsioni parlavano di ricavi per circa 57 miliardi di euro annui per l’Europa a ventisette”. Le stime sull’impatto della tassa sugli undici paesi che intendono introdurla la Commissione Ue le presenterà successivamente. La stima provvisoria – tenuto conto che la Tobin tax sarà introdotta in un’area dell’Ue che rappresenta i due terzi dell’economia dell’Unione europea e il 90% dell’economia dell’Eurozona – si aggirerebbe comunque intorno ai 40 miliardi di euro l’anno. Più preciso, invece, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, per quanto riguarda i dati relativi all’Italia. “Nella legge di stabilità avevamo previsto un gettito di circa un miliardo di euro l’anno”. Meno automatico, invece, poter prevedere i tempi di introduzione fiscale. “E’ difficile parlare di tempistiche. E’ la prima volta che facciamo una cooperazione rafforzata in ambito fiscale, dobbiamo studiare bene le procedure”.
“La giornata di oggi segna un passo significativo nel rispondere ad alcune delle ingiustizie della crisi finanziaria”, sostiene il presidente del Partito socialista europeo, Sergei Stanishev, ricordando “gli sforzi illimitati compiuti dal Pse in questi ultimi quattro anni per avere una tassa sulle transazioni finanziarie”. Oggi, “dopo cinque anni dalla crisi che ha colpito i mercati finanziari, abbiamo una tassa che colpisce direttamente gli speculatori”. I Verdi, attraverso la giovane vice-presidente del gruppo, Emilie Turunen, invita la Commissione europea a “presentare una proposta ambiziosa” di attuazione della tassa. All’esecutivo comunitario Turunen chiede di “prevedere il ‘principio di emissione’”, in base al quale le istituzioni finanziari situate al di fuori dei paesi che partecipano al regime fiscale sono obbligate a pagare la tassa se hanno scambiato titoli emessi all’interno dell’Ue.
Renato Giannetti