Il Commissario per l’Educazione e la Cultura Androulla Vassiliou “sostiene gli sforzi del Governo italiano” per garantire il voto all’estero dei giovani
Anche se formalmente la Commissione europea non commenta i metodi per le elezioni nei singoli paesi, Bruxelles ha oggi detto la sua sul voto degli studenti Erasmus. Dennis Abbot, portavoce del commissario per l’Educazione e la Cultura Androulla Vassiliou, è stato chiaro: “gli studenti all’estero non dovrebbero essere svantaggiati e la loro mobilità non deve essere disincentivata”. Abbott non ha voluto “criticare le regole italiane”, ma ha risposto a chi ha parlato di “discriminazione”, dalla quale la legislazione europea è pronta a proteggere tutti cittadini dei suoi Paesi membri. Niente mezzi termini dunque: “Gli studenti all’estero sono uomini e donne e non devono essere discriminati”, ha concluso il portavoce.
Un sostegno notevole, da parte di Bruxelles, a tutti quegli studenti italiani che anche quest’anno si trovano a protestare perché, una volta partiti per studiare all’estero, se vogliono esercitare il loro diritto di voto non hanno altra opzione che pagarsi il viaggio.
Del resto, in un’Europa che si impegna costantemente per una maggiore mobilità di studenti e lavoratori, sono molti i giovani che si trasferiscono e cambiano paese a ritmo di pochi anni o, addirittura, mesi. Diventa così difficile se non insensato richiedere di cambiare residenza ogni volta e l’iscrizione all’Aire (Anagrafe italiana per i residenti all’estero), prerequisito per il voto italiano dall’estero, resta impossibile e il diritto al voto precluso.
Un simile approccio non fa che scoraggiare il “free movement” tanto sostenuto da Bruxelles. Il Commissario Vassiliou “sostiene fortemente – ha aggiunto il suo portavoce – gli sforzi in corso in Italia per assicurare che gli studenti che seguono corsi all’estero nel quadro del programma Erasmus non siano discriminati nell’esercizio del voto”.
Il problema non è certo nuovo, già per le elezioni 2008 gruppi di studenti erano partiti alla volta delle ambasciate europee chiedendo di poter votare e se negli ultimi quattro anni nulla è stato fatto, il dibattito è stato riaperto a solo un mese dalle elezioni, quando per una qualsiasi provvedimento potrebbe essere troppo tardi. Dopo il “no” del ministro per la giustizia Annamaria Cancellieri, il governo si è impegnato a prendere misure e, in seguito alle richieste del Presidente del Consiglio Mario Monti, l’esecutivo sta lavorando a un decreto per permettere ai 25mila studenti di tornare dall’estero per il prossimo 24 febbraio.
“Nel XXI secolo è così facile far votare i cittadini dall’estero” ha aggiunto Abbott. Se le soluzioni esistono, restano 30 giorni per metterle in pratica.
Camilla Tagino
Per saperne di più leggi qui