Borghezio, Lega Nord, sul caso della cancellazione degli e-book da parte del gigante Usa: la Commissione europea tuteli i consumatori dagli acquisti telematici
Sedersi in poltrona, prepararsi ad immergersi nella lettura del proprio e-book e accorgersi che il testo elettronico, regolarmente acquistato, è stato cancellato senza preavviso dallo stesso venditore. Come se il libraio “di carta” di soppiatto ci entrasse in casa per riprendersi i libri venduti.
E a Bruxelles non si fanno attendere le reazioni per i casi di testi “scomparsi” improvvisamente dai “readers” degli utenti.
La vicenda dell’americana Amazon (nella foto il Ceo dell’azienda Jeff Bezos, che mostra i due ultimi modelli di lettori) , multinazionale specializzata nell’e-commerce e con sede a Seattle (Stato di Washington) che qualche anno fa si era intrufolata nei Kindle – i dispositivi per la lettura degli e-books – dei suoi clienti per eliminare il testo in formato digitale “1984” di George Orwell dopo che questo era stato regolarmente pagato, aveva suscitato molte polemiche già negli States.
Ma dopo il caso della signora norvegese che si è vista chiudere l’account e tutta la sua libreria di testi elettronici precedentemente acquistata tramite il Kindle Store – sezione dedicata del sito Amazon – i bloggers si sono scatenati anche in Europa.
Amazon si è poi profusa in scuse, nel primo caso, e ha giustificato la reazione come dettata dalla “violazione dei termini di utilizzo” nel secondo caso. Ma ormai la protesta per la cancellazione arbitraria e improvvisa degli acquisti aveva preso una via più ampia e oggigiorno ci si interroga sull’eticità di un comportamento non ammesso nell’analogico, ma reso possibile e legato strettamente all’era del digitale. Si, perché in quest’epoca, detta “della smaterializzazione dei contenuti” può succedere anche questo: che i contenuti si smaterializzino. Nel vero senso della parola. Magari abusando un po’ della vaporosità dei bit che li compongono visto che mai come oggi la tentazione di cancellare, modificare, aggiungere ad un testo “mai chiuso” è stata tanto forte.
Ma allora, ci si chiede nei forum, chi è il vero proprietario di un contenuto elettronico che, a quanto pare, non viene davvero “venduto” secondo le forme più tradizionali del contratto di compravendita, ma solo “concesso in licenza limitata, esclusiva e non trasferibile” (così si legge nelle condizioni generali di uso e vendita di Amazon) ? Chi acquista un e-book, infatti, pensa di comprare un contenuto, ma invece compra solo la “licenza di noleggio”. Molte delle polemiche on line sono nate proprio dal fatto che ciò è risultato essere fuorviante per il consumatore il quale pensa di “comprare” e non di “noleggiare” un testo per un periodo e il cui diritto all’uso può essere revocato, apparentemente, in qualunque momento. Come è successo negli Usa e in Europa.
I nostalgici dei libri cartacei ne rimpiangono la materialità e i diritti ad essa connessi: i testi si potevano prestare, donare, ereditare. Gli e-books no “non si possono trasferire perché sono legati ad un account del quale, al massimo, si possono fornire le credenziali a qualcun altro perché possa accedervi” aveva spiegato un addetto di Amazon qualche mese fa a Kyle Jarrard, editorialista dell’International Herald Tribune alla domanda “Cosa ne sarà dei miei libri quando non ci sarò più?”.
Dal Parlamento europeo l’eurodeputato leghista Mario Borghezio fa sapere tramite comunicato di avere a tal proposito presentato un’interrogazione alla Commissione e parla di un caso che “crea incertezza nelle transazioni e va a discapito della tutela del consumatore”. E aggiunge: “dal momento che la casistica non esclude i consumatori europei la Commissione deve verificare che i suoi fondamenti giuridici nel settore dell’editoria multimediale regolamentino a sufficienza i diritti dei consumatori e intervenire qualora vi fosse un vuoto normativo”.
La Commissione è a conoscenza di irregolarità e di cancellazioni arbitrarie di acquisti telematici da parte delle aziende di e-commerce specializzate negli e-book? E come intende tutelare i consumatori europei dalla minaccia di un controllo a distanza dei propri beni di consumo? Questi sono solo alcuni dei punti che la Commissione dovrà esaminare e che riguardano un campo sconfinato, quello dell’editoria digitale, sicuramente ampio e per molti versi ancora inesplorato dal punto di vista normativo, dove il verificarsi dei casi reali molto spesso precede la codificazione giuridica.
Loredana Recchia