Si profila uno scontro frontale fra l’Autorità di sicurezza alimentare europea di Parma (Efsa) e le potenti lobby dei pesticidi, che hanno sempre negato o minimizzato la responsabilità dei propri prodotti nel grave fenomeno della moria delle api, apparso da più di un decennio negli allevamenti di tutta Europa e in Nord America. Con un parere scientifico pubblicato oggi, l’Efsa punta chiaramente il dito contro una una classe di insetticidi ‘sistemici’ largamente usati in agricoltura, i neonicotinoidi, come possibile causa diretta del fenomeno, attraverso diverse modalità di esposizione, spesso finora non considerate o non valutate in modo appropriato.
Vietati in Italia, ma solo per alcune applicazioni (in particolare nel mais), i neonicotionidi (Clothianidin, Imidacloprid e Thiamethoxam, sono utilizzati per `conciare` le sementi con una pellicola protettiva prima della semina. Sono chiamati `sistemici` perché entrano nell`organismo stesso della pianta e continuano a produrre le loro tossine in ogni sua parte durante tutta la crescita. Agiscono paralizzando il sistema nervoso centrale degli insetti nocivi che si cibano delle piante, uccidendoli.
Oggi l`Efsa riconosce, come si sospettava da anni, che le api e altri insetti impollinatori selvatici possono essere esposti aineonicotinoidi attraverso il polline e il nettare delle piante trattate; e che l`assorbimento delle tossine può avvenire anche attraverso la `guttazione`, ossia le goccioline d`umidità emesse per essudazione dalle foglie delle piante, oppure attraverso l`esposizione alle polveri, sollevate in particolare durante la semina con macchine pneumatiche. Inoltre, l`Autorità Ue di sicurezza alimentare avverte che questi pesticidi, anche se assorbiti in dosi non letali, possono comunque avere effetti nocivi (disorientamento, perdita di memoria e altri effetti comportamentali) che finiscono per provocare il `collasso` delle colonie di api.
Nel suo parere, sotto diversi aspetti incompleto per insufficienza di dati, ma sufficiente comunque a rimettere pesantemente in causa le autorizzazioni già concesse a livello Ue ai neonicotinonidi, l`Efsa conclude che l`uso di questi pesticidi è accettabile solo per coltivazioni di piante che non attraggono le api, e che esiste o non può essere escluso un rischio di esposizione attraverso le polveri (salvo che nel caso delle barbabietole da zucchero e delle colture in serra). Quanto alla `guttazione`, il solo studio conclusivo che l`Efsa ha potuto prendere in considerazione indica un rischio acuto per quanto riguarda il Thiamethoxan usato nel mais.
Lorenzo Consoli per TMNews