La missione di addestramento delle truppe maliane è già scritta, giovedì i ministri degli Esteri preciseranno i dettagli e la avvieranno, si teme un contagio nei Paesi limitrofi
Il Consiglio straordinario dei ministri degli Affari Esteri domani avrà inizio a mezzogiorno. Il tema discusso sarà uno solo: la missione Ue per l’addestramento delle forze del Mali, che ora vuol dire, letteralmente, vita o morte per miglia di persone.
All’apertura dei lavori sarà presente anche Tieman Hubert Coulibaly, ministro degli Affari Esteri maliano, chiamato a fare il punto su ciò che sta accadendo nel proprio paese. Il Mali fa parte del Sahel, che da tempo Bruxelles considerava una “zona calda” (perché obiettivamente la è), ed è per questo che già dal dicembre scorso era stata pianificata una training mission, un intervento volto alla formazione delle forze armate, senza alcun obiettivo, ribadiscono da Bruxelles, di intervenire nei combattimenti.
Al Consiglio di oggi, come fonti Ue hanno sottolineato più volte, non sarà perciò necessario pianificare una nuova missione, ma sarà sufficiente accelerare i tempi e porre poche modifiche al progetto che già è sul tavolo. Il mandato iniziale prevedeva 15 mesi di lavoro e l’invio di un totale di circa 450 persone, tra istruttori, staff di supporto e forze di protezione. Il costo totale della missione era stato stimato a 12,3 milioni di euro. Ora, dopo l’avvio dell’intervento francese, la situazione è notevolmente cambiata e si teme che possa degenerare ulteriormente. Nei giorni scorsi, a seguito di attacchi da parte di integralisti islamici nell’area nord del paese il governo del presidente Dioncounda Traoré ha chiesto l’intervento di forze internazionali.
Ad oggi solo la Francia ha schierato le proprie truppe, ma, Bruxelles ci tiene a sottolinearlo, “non è sola”, semplicemente era l’unica ad avere i mezzi per scendere subito in campo. Già il Belgio ha assicurato un supporto logistico, con due aerei da carico, mentre alti sono pronti a dare un aiuto. Catherine Ashton, rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, ha ringraziato martedì a Strasburgo, “gli Stati Membri dell’Ue e soprattutto la Francia e gli Stati dell’Ovest africano per essere intervenuti in aiuto del Mali”. Resta il timore che la crisi si diffonda nei paesi limitrofi, senza contare che molti degli ostaggi catturati dai terroristi sono cittadini europei, per questo Bruxelles insiste sulla necessità di un intervento tempestivo. Fonti Ue riferiscono che, se i ministri degli Esteri troveranno un accordo, già all’inizio della prossima settimana delle truppe potranno partire per la prima missione di ricognizione.
Camilla Tagino