Nei Paesi del sud il più forte calo delle nascite, in Grecia gli aborti aumentati del 50%
Continuando a questi ritmi nel 2050 il 70% dei cittadini dell’Ue sarà over-65
Per mantenere un figlio servono soldi, ma per guadagnare soldi bisogna avere un lavoro. Così, in un’Europa dove la recessione avanza, e la disoccupazione mena fendenti in particolare sui più giovani, nascono sempre meno bambini. Lo sostiene uno studio pubblicato dall’Istituto Demografico di Vienna che evidenzia la stretta relazione tra l’inizio della crisi economica ed il crollo delle nascite nell’Ue.
Secondo i ricercatori austriaci “a periodi di recessione seguono spesso uno o due anni di riduzione delle nascite”. Non sorprende, dunque, che i paesi europei con il più basso tasso totale di fertilità (Tfr) siano ad oggi quelli del Sud, ovvero quelli che della crisi stanno pagando il conto più salato. Tra questi l’Italia, per la quale si registra al 2010, un tasso di 1,40 figli per donna. Pochi, se si conta una media europea di 1,59, ma in linea con i vicini Grecia (1,43), Spagna (1,36) e Portogallo (1,35). Sono questi ultimi ad aver sofferto del più alto calo delle nascite, proprio perché si tratta dei “paesi colpiti da una forte recessione in termini di crollo del PIL e aumento della disoccupazione tra il 2008 e il 2012”, come si legge nel rapporto.
Oltre alla diminuzione effettiva del tasso di fertilità, lo studio prende in esame un secondo dato che ne avvalora la tesi: l’età delle mamme al momento della loro prima gravidanza.Nei paesi con le maggiori difficoltà economiche l’età media per partorire il primogenito si alza, la gravidanza viene posticipata ed è così che negli ultimi anni sono diminuite le mamme under-25. Anche in questo caso a pesare sul numero delle nascite sono, secondo lo studio, le incertezze economiche per i neo-genitori.
Persino nei paesi del nord Europa, dove il welfare e gli aiuti alle famiglie sono notoriamente generosi, si ha avuto un lieve calo della natalità negli ultimi quattro anni. Ma ci sono delle eccezioni: Germania e Francia sono andate contro tendenza. La prima non ha mai registrato alcun aumento del tasso di fertilità ed è così rimasta relativamente stabile. La Francia, invece, ha visto, straordinariamente, aumentare le nascite, grazie a una generosa politica di aiuti alle famiglie. A parte le eccezioni positive, i dati restano allarmanti: sul quotidiano francese Le Figaro si legge che il numero degli aborti in Grecia nel 2011 è aumentato del 50%.
Per il futuro, i dati pubblicati dell’Istituto viennese si spingono sino al 2050: si stima che in Italia saremo 6 milioni di persone in più, ma, visto il trend delle nascite e l’allungamento dell’aspettativa di vita, quasi il 70% della popolazione sarà over-65, contro una media Ue comunque già alta, al 60%.
Camilla Tagino