Bruxelles è preoccupata per l’aumento del deficit “oltre le previsioni”
La Commissione europea: obiettivo della soglia 3% vuol dire non spendere
Anche nel virtuoso nord d’Europa i conti non tornano. Proprio così: nella parte d’Europa presa a modello di efficienza e riferimento per gli altri paesi, c’è chi inizia a dimostrare che davanti alla crisi anche i migliori non sono poi così impeccabili. Non tornano i conti pubblici danesi, in peggioramento continuo e a tassi più elevati del prevedibile, tanto che anche all’interno dell’Unione europea ci si inizia a preoccupare. “Le ultime previsioni di deficit nominale della autorità della Danimarca indicano un livello del 2,5% per quest’anno e del 2,7% per il prossimo anno”, ricorda Simon O’Connor, portavoce del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. “Sono stime significativamente più pessimiste di quelle contenute nelle nostre previsioni economiche” di autunno, ammette. Si pone dunque un problema Danimarca all’interno dell’Unione europea? Il patto di consolidamento fiscale (o ‘fiscal compact’), stabilisce che il deficit dei paesi non deve eccedere il 3% del Pil, e “se dovessi definire questo obiettivo attraverso un titolo da film – ragiona O’Connor – sceglierei ‘ultima fermata’ piuttosto di ‘licenza di spendere’”. Tradotto, “sarebbe meglio che il paese continuasse con politiche fiscali prudenti”. Un punto della situazione la Commissione europea lo farà il 22 febbraio, quando renderà pubbliche le previsioni economiche invernali. Nel frattempo, assicura il portavoce di Rehn, “continueremo a tenere sotto controllo l’evoluzione del budget danese.
Renato Giannetti