I fondi serviranno per gli aiuti umanitari ai profughi e per le spese dell’Anp.
L’Alto rappresentante Ashton: “Stiamo facendo tutto il possibile per aiutarli”
Oltre 100 milioni di euro destinati a sostenere le attività dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e le quelle dell’Unrwa , l’agenzia dell’Onu che si occupa dell’assistenza ai palestinesi che vivono nei campi profughi. L’Ue ha deciso di anticipare all’inizio dell’anno il suo pacchetto di aiuti perché, come ha spiegato il commissario all’Allargamento, Štefan Füle: “L’Autorità palestinese ha particolari problemi a ottenere i fondi dei donatori nei primi mesi dell’anno. L’Unione europea è consapevole di questo e, in qualità di donatore affidabile, ha adottato misure per alleviare il problema”. Secondo l’Alto rappresentante per la Politica estera, Catherine Ashton, questo dimostra che “l’Ue ancora una volta sta facendo tutto il possibile per sostenere la capacità dell’Anp e dell’Unrwa per fornire servizi essenziali per il popolo palestinese senza interruzione. Siamo impegnati a continuare il nostro sostegno e sollecitiamo altri donatori a seguirne il nostro esempio”.
I fondi sono divisi in due tanche, la prima da 60 milioni sarà destinato al Pegase (il Meccanismo palestino-europeo di gestione dell’aiuto socio-economico, istituito nel 2008), al fine di sostenere il Piano di sviluppo nazionale che l’Anp sta mettendo in campo per risanare il deficit di bilancio e attuare il suo programma di riforme, per pagare stipendi e sussidi di dipendenti pubblici, pensionati e cittadini più vulnerabili, e mantenere il funzionamento dell’amministrazione e la fornitura di servizi pubblici essenziali per la popolazione. Con quell’importo le autorità palestinesi potranno pagare le retribuzioni dei loro dipendenti e le pensioni per i primi tre mesi del 2013. La seconda tranche da 40 milioni di euro sarà destinata al bilancio 2013 dell’Unrwa e servirà a sostenere i programmi di istruzione, sanità, di soccorso e servizi sociali per i rifugiati palestinesi in Cisgiordania, Gaza, Giordania , Siria e Libano.
“Quest’anno ci sarà anche dotazione specifica per il campo profughi di Jerash in Giordania, che è la patria di alcuni dei rifugiati palestinesi più vulnerabili in Medio Oriente” ha aggiunto Ashton. Si tratta due milioni destinati a ricostruire centri di accoglienza per circa 100 famiglie.
Il campo di Jerash, nel nord della Giordania, fu creato come un campo di “emergenza” nel 1968 per ospitare 11.500 profughi sfollati da Gaza nel 1967 durante la Guerra dei sei giorni con Israele. Molti di loro erano già profughi, in quanto abitanti di altre zone della Palestina fuggiti nella striscia di Gaza durante il conflitto del 1948. Attualmente nel campo vivono 26.785 persone. A differenza di quelli provenienti dalla West Bank, questi profughi non hanno diritto ad ottenere un documento nazionale giordano, e molti lavori in quella nazione gli sono preclusi, finendo molto spesso per essere costretti a vivere solo degli aiuti internazionali. Solo in alcuni casi i palestinesi possono chiedere un passaporto giordano che ha però una durata di due anni.
Alfonso Bianchi