Un coraggioso produttore di video e sceneggiatore (che nella vita reale insegna alla gente a parlare in pubblico!) ha cominciato a lavorare ad una nuova serie, una sitcom ci tengo a precisare, che avrà come protagonisti…….. funzionari Europei, stagisti e lobbisti! La serie si chiamerà Eurobubble ed il primo episodio dovrebbe essere pronto in febbraio.
Ecco il trailer:
Innanzitutto vorrei dire che le serie ‘politiche’ sono in assoluto le mie preferite. Non esagero se dico che ho visto tutte le 7 stagioni della serie sulla Casa Bianca ‘The West Wing‘, almeno 5 volte! E sono riuscita a vedermi due stagioni di ‘Borgen‘ in danese con sottotitoli in olandese! Voglio dire, non è questo forse amore per il genere?
Quindi sono felicissima che ci sia qualcuno disposto a fare una nuova serie politica amobientata a Bruxelles. Il fatto che sia poi una sitcom mi fa piacere ma mi preoccupa al tempo stesso: mi fa piacere perché è indispensabile che una serie che parla di chi lavora per e con le istituzioni europee, per avere un’audience, contenga una notevole dose di senso dell’umorismo. E ecco quindi la preoccupazione: sarà abbastanza divertente? Cercherà di mettere in risalto alcune delle assurdità della capitale europea o più semplicemente farà di tutta l’erba un fascio dilettandosi a prendere in giro l’intera organizzazione? Per una volta non ho intenzione di mettere il carro davanti ai buoi (ma guarda quante espressioni mi vengono oggi!) e di essere quindi già critica prima ancora di averla vista; spero di incontrare presto lo sceneggiatore Yacine Kouhen e di fargli queste domande di persona. Vi terrò aggiornati. Invece, ammiro l’iniziativa – alla luce della necessità più volte menzionata di far conoscere l’UE ai cittadini europei, e in particolare ai giovani. E già mi vengono in mente alcuni esempi interessanti per gli episodi sul ‘lobbisti’! E per coloro che volessero sapere qualcosa di più sul produttore e sulla serie, date un’occhiata all’articolo pubblicato dalla rivista Europe & Me, un’altra bella iniziativa con il meritevole intento di creare un pubblico giovane veramente europeo. Ora che ci penso, già mi sembra di vedere il soggetto per la prossima rubrica: non è che forse ci sono troppe iniziative dentro il calderone di quello che si potrebbe chiamare ‘fare qualcosa per l’Europa’? E non ci sono dentro forse anch’io? Oh dear.
Ps: Ah, e prima che pensiate che io sia pazza, un po’ di olandese lo parlo!