Il presidente Usa aveva promesso di farlo nel 2009, ci sono ancora 166 detenuti
“Ha mantenuto la dottrina unilaterale della ‘guerra globale’ istituita Bush”
Quando iniziò il suo primo mandato come Presidente degli Stati Uniti d’America nel 2009, una delle prime promesse che il progressista Barack Obama fece al mondo, fu quella di chiudere il carcere di Guantánamo. Sono passati ormai quattro anni ed è da poco iniziato il suo secondo mandato, ma Obama, che pochi mesi dopo aver preso quell’impegno vinse il premio Nobel per la pace “per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli”, non ha ancora mantenuto la sua promessa. A ricordargli il suo impegno ci ha pensato, due giorni fa con una manifestazione a Washington, Amnesty International che oggi ha chiesto invece un intervento dell’Unione europea per fare chiudere il carcere speciale statunitense, aperto sul suolo cubano 11 anni fa durante la “guerra al terrore” in Afghanistan.
“Invece di chiudere l’impianto, il presidente Obama sembra aver mantenuto la dottrina unilaterale della ‘guerra globale’ istituita da George W. Bush” dichiara l’organizzazione umanitaria che ricorda: “L’amministrazione Obama ha anche fatto rivivere le commissioni militari per processare alcuni detenuti del carcere. Sei di loro rischiano una condanna a morte al termine di processi messi in piedi da commissioni militari non in regola con gli standard internazionali sull’equo processo. Tutti e sei subirono la sparizione forzata prima del loro trasferimento a Guantánamo e almeno due di loro sono stati sottoposti alla tecnica di tortura ‘water-boarding’”, ovvero tortura per semi annegamenti.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza il 13 dicembre scorso sul caso di Khaled El-Masri, cittadino tedesco consegnato alla Cia dalle autorità macedoni nel 2004 che fu tenuto in custodia segreta degli Stati Uniti in Afghanistan. La Corte ha espressamente rilevato che il personale americano aveva sottoposto El-Masri a torture fisiche e altri trattamenti degradanti. Per questo Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International alle istituzioni europee, attacca: “La sentenza della Corte europea sul caso El-Masri dovrebbe far vergognare le autorità statunitensi e costringerle ad ammettere la piena portata dei loro abusi e porvi fine. E dovrebbero vergognarsi i paesi dell’Ue ad ammettere la loro partecipazione. Questi Governi, guidati dall’Unione europea, devono aumentare considerevolmente la loro pressione sugli Stati Uniti con il fine di far chiudere Guantanamo. ”
Dal 2002 nel centro di detenzione di Guantánamo sono stati rinchiusi 779 detenuti, la maggior parte dei quali vi ha trascorso diversi anni senza accusa né processo, oggi ce ne sono ancora 166. Nel 2010 la stessa amministrazione Obama, ribadì con un provvedimento che 48 detenuti di Guantánamo pur non essendo processabili non potevano essere rilasciati ma dovevano rimanere in detenzione militare senza limiti di tempo, senza accusa né processo. Il Governo statunitense ha inoltre sospeso i rimpatri dei detenuti yemeniti, trattenendone 30, a causa di preoccupazioni legate alle “condizioni di sicurezza” nel paese mediorientale.
A. B.
Per saperne di più:
– Scarica il rapporto di Amnesty International (in inglese) “Guantánamo: un decennio di danni ai diritti umani”
– Il sito di Amnesty International European Institutions Office