Mauro, capogruppo del Pdl nell’Europarlamento, lascia Berlusconi per schierarsi con Monti
Scelta apprezzata dai Popolari europei, correrà con il “professore” per un posto nel Senato
Silvio Berlusconi anche a causa della sua campagna antieuropea ha perso un pezzo importante a Bruxelles. Mario Mauro, capogruppo del Pdl nell’Europarlamento, ha annunciato di aver lasciato lasciato il Cavaliere e di essersi schierato con Mario Monti.
La notizia è arrivata durante una riunione del gruppo parlamentare del Partito popolare europeo, che più volte aveva espresso disagio per il ritorno in campo di Berlusconi, appoggiando invece esplicitamente Monti. I colleghi europei di Mauro hanno accolto la decisione tributandogli una standing ovation, in omaggio alla scelta fatta da un uomo la cui dirittura morale e onestà intellettuale, nonché il sincero e appassionato europeismo, sono apprezzati e riconosciuti univocamente a Bruxelles. Una passione ed una storia che lo avevano portato ad un passo dalla presidenza del Parlamento, nel 2009, se solo Berlusconi non lo avesse bruciato. Forse si era già consumato un primo distacco in un sodalizio che durava dal 1999, durante il quale l’uomo di Comunione e Liberazione a Bruxelles era stato tra i più leali scudieri del cavaliere. Era l’uomo che per l’allora premier tesseva i difficile rapporti con l’Unione europea, spianando la strada e rimediando agli errori, facendo vedi e propri capolavori di diplomazia per tentare di recuperare il suo leader all’Europa e, anche, di evitare qualche ulteriore danno all’Italia. Mauro, europeista, democratico e soprattutto cattolico, non ha mai nascosto le sue riserve per gli eccessi del leader del Pdl, in politica e nella vita privata. Anche per questa rettitudine Mauro è anche uno dei politici più stimati in Europa, e anche il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso lo consulta nei passaggi politici più delicati.
Mario Mauro, milanese ma nato a San Giovanni Rotondo (di dove ha mantenuto un chiaro accento), ieri era solo, era la raffigurazione del perdente (politicamente). Nel 2009 per esclusiva colpa di Berlusconi non arrivò a presiedere il Parlamento, adesso è anche senza un partito e nessuno, fino a questo momento, dei 25 eurodeputati del Pdl, dei “suoi” deputati, l’ha seguito. Gabriele Albertini è fuori, ma per conto suo, qualcuno passa ai “Fratelli d’Italia”, ma da Monti va solo lui. Si è deciso, ha spiegato incontrando i giornalisti a causa “della deriva populista e antieuropea” di Berlusconi, che ha anche commesso “un tragico errore” alleandosi ancora con la Lega. “Se queste elezioni diventano un referendum pro o contro l’Europa, io scelgo l’Europa”, sottolinea, e non si nasconde, non nega il suo passato: “Mi sento responsabile fino in fondo di quello che non si è fatto: questo è il vero problema politico. La nascita del centro destra prometteva di fare tutta una serie di riforme che non si sono realizzate. E’ una storia ventennale in cui molto è stato detto ma poco è stato fatto”.
“Mi impegnerò nella campagna elettorale del senatore, ma sto ancora riflettendo sulla mia candidatura, la decisione non è ancora matura”, spiega. Ma non ha molte strade, benché stimato e benvoluto, senza un partito con dei numeri veri dietro, a Strasburgo le strade son chiuse. E chissà Monti, l’anno prossimo, quanti eurodeputati, con il sistema proporzionale, potrà eleggere… (Leggiamo stamattina sui quotidiani italiani che il premier ha annunciato la candidatura di Mauro al Senato in Lombardia. Come atteso.)
L.R.