L’Unione istituisce un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica
Il Commissario Malmström: “Saremo più abili e veloci dei cyberladri”
Nome in codice EC3, è il nuovo Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica che diventerà operativo l’11 gennaio. L’organismo dell’Europol, voluto dalla Commissione europea, servirà a contrastare le attività illegali online compiute dalla criminalità organizzata, in particolare gli attacchi diretti contro l’e-banking e altre attività finanziarie online, lo sfruttamento sessuale dei minori online e i reati che colpiscono i sistemi di informazione e delle infrastrutture critiche dell’UE. Il fenomeno è particolarmente sentito e un recente sondaggio dell’Eurobarometro afferma che l’89% degli utenti di internet non rivela per paura informazioni personali online, e che il 12% è stato vittima di una frode online.
Il Centro contribuirà anche a promuovere la ricerca e lo sviluppo delle capacità delle autorità nazionali incaricate dell’applicazione della legge (giudici, Pm e forze dell’ordine) a effettuare valutazioni delle minacce e analisi delle tendenze. L’EC3 raccoglierà e tratterà dati relativi alla criminalità informatica fungendo da ‘help desk’ per dare sostegno operativo ai paesi dell’Ue fornendo competenze tecniche, analitiche e forensi di alto livello nelle indagini.
Il fenomeno della cybercriminalità, come ha spiegato Cecilia Malmström, commissario Ue per gli Affari interni (nella foto con Troels Oerting), non è affatto secondario: “Nell’Ue i profitti di queste attività illegali sono di 1 miliardo e mezzo di euro l’anno” e in tutto il mondo sono circa un milione le vittima ogni giorno di varie forme di criminalità informatica. “I criminali informatici sono intelligenti e veloci nell’utilizzare le nuove tecnologie per scopi criminali; il Centro EC3 ci aiuterà a diventare ancora più intelligenti e veloci al fine di contribuire a prevenire e combattere i reati informatici” ha affermato Malmström.
“Oggi non si va quasi più in banca con la pistola, i soldi agli istituti di credito si rubano online, è più facile, meno rischioso ed è più difficile essere individuati” ha spiegato Troels Oerting, Capo del Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica. “Il centro sarà pienamente operativo solo nel 2015 ma cominceremo a lavorare da subito” ha aggiunto Oerting spiegando che “noi non faremo indagini, quelle le faranno gli Stati. Il nostro compito sarà raccogliere informazioni e aiutarli”.
Il coordinamento a livello Ue è fondamentale in questo campo perché questo tipo di criminalità è priva di confini per natura e caratterizzata da una grande abilità. Per questo sarà importante stringere degli accordi con quei paesi, come la Russia, che spesso ospitano sul proprio territorio server che vengono utilizzati per questo tipo di attività illegali e soprattutto arruolare nelle proprie fila esperti informatici al passo coi tempi. Non a caso in alcuni paesi come gli Stati Uniti, vengono spesso assunti vecchi hacker pentiti, ipotesi non prevista dal progetto dell’Ue. “Con la Russia Europol sta negoziando accordi operativi, entro l’anno potremmo firmare un accordo per lo scambio di informazioni. Vogliamo poi avere il consenso del Consiglio di amministrazione per assumere personale che non venga dalle forze dell’ordine, impiegare degli hackers non so, ma di sicuro ci saranno persone con grande esperienza” ha specificato Oerting.
L’EC3 sarà lanciato all’interno di Europol e per questo sarà finanziato con i soldi della polizia europea il cui budget nel 2012 è stato di circa € 84 milioni nel 2012. Al momento potrà disporre di 7 milioni di euro e di un personale di 30 unità che, nei piani dell’Ue, dovranno essere portate al più presto a 40.
Per saperne di più:
– Visita il sito del Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica