La proposta dei federalisti europei per diminuire l’influenza di Londra su Bruxelles
Hannan (Telegraph) “ragionevole”, Jenkins (Guardian) “Cameron parta da questa idea”
Il tabloid Daily Mail, tradizionalmente antieuropeo, questa volta teme l’isolamento
La proposta dell’Unione dei federalisti europei di dare alla Gran Bretagna lo status di “membro associato” dell’Ue, per permetterle di avere più libertà politica da Bruxelles mantenendo i vantaggi del mercato unico, è stato un assist che diversi ‘euroscettici’ ed ‘eurocritici’ britannici non si sono lasciati scappare. Il suggerimento dei commentatori è chiaro: il premier David Cameron deve accettare la proposta e anzi rilanciare per ottenere ancora più vantaggi per il Regno Unito mantenendo un piede in Europa.
L’idea dell’organizzazione federalista, guidata dall’europarlamentare liberale inglese Andrew Duff, è in pratica di togliere a Londra i suoi commissari e deputati e il potere di veto che ha in Consiglio rispetto a diverse importanti decisioni, in cambio della “restituzione” della completa sovranità sulle decisioni non economiche come affari esteri, giustizia penale, politica dell’immigrazione e così via. Anche l’ex presidente della Commissione Ue, Jacques Delors, uno dei padri dell’Europa odierna, aveva suggerito alcuni giorni fa di trasformare l’adesione della Gran Bretagna all’Unione in una “partnership privilegiata”.
Una proposta “ragionevole” l’ha definita Daniel Hannan, blogger del Telegraph nonché europarlamentare del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. Nel suo intervento sull’autorevole quotidiano inglese si chiede “Ma cosa si intende per mercato unico? Significa semplicemente libero scambio, nel senso di riconoscimento reciproco? O potremmo godere di un accordo di tipo svizzero, secondo cui bisogna seguire gli standard dell’Ue solo in caso di vendita nell’Ue?”. Secondo Hannan i punti da chiarire sono diversi, “Le 48 ore lavorative saranno ridiscutibili? Per la Commissione fanno parte delle regole del mercato unico ma per molti sono materia legata al lavoro”. Per l’eurodeputato specialmente critica è la Common External Tariff, il “maggiore svantaggio” per la Gran Bretagna perché le impedisce di “stringere accordi commerciali bilaterali con Paesi non membri”. Insomma nella proposta ci sono secondo lui lati positivi e lati da chiarire meglio.
Il Premier Britannico, David Cameron, si pronuncerà sulla questione del rapporto con l’Ue a breve, e così a lui si rivolge anche l’editorialista del Guardian, Simon Jenkins. “Tutte le unioni federali tendono prima o poi ad appassire e morire, l’impero austro-ungarico, quello ottomano e quello britannico, l’Unione Sovietica e, più recentemente l’egemonia americana”, scrive sul quotidiano inglese che proprio pochi giorni fa ha pubblicato un sondaggio secondo cui il 51% dei cittadini del Regno unito sarebbero favorevoli all’uscita dall’Ue. Jenkins, che definisce Delors il “Richelieu del superstato europeo” suggerisce al Primo ministro di prendere in considerazione la sua idea anche se la ritiene frutto della paura per l’emergere di un “forte asse anglo-tedesco” che sarebbe un “rischio per la Francia”. Per l’editorialista del Guardian “Cameron non ha nulla da perdere sfruttando la nuova apertura” però deve prima colmare “un vuoto di credibilità” di cui soffre visti i tentennamenti sul tema “Europa sì Europa no” che ha avuto nel corso del suo mandato. L’aut aut secondo Jenkins è sbagliato ma “Cameron dovrebbe svolgere alcune varianti sul tema Delors”, e questo perché “ogni persona di buon senso riconosce che la Gran Bretagna ha bisogno di un nuovo accordo con gli altri Stati d’Europa” ma bisogna lasciare “le parole ‘dentro e fuori’ agli sciocchi”.
Ma non tutti vedono di buon occhio questa proposta e il Daily Mail, nella sua versione online ha così titolato l’articolo sulla proposta dei federalisti: “Complotto di Bruxelles per rendere la Gran Bretagna un membro di seconda classe dell’Ue, e negarci il nostro diritto di vero e i nostri seggi parlamentari”. Uno slancio di ‘eurofilia’ assolutamente inusuale per un quotidiano britannico.
Alfonso Bianchi