Il segretario del Pd incontra i presidenti di Commissione, Consiglio Ue ed Eurogruppo per accreditarsi come nuovo leader italiano. Juncker: “Ha le migliori intenzione per l’Italia e l’Europa”
L’Italia che verrà sarà un partner “serio, affidabile, credibile”. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha voluto rassicurare i leader dell’Unione europea, in una visita a Bruxelles nel corso della quale ha di fatto presentato l’agenda di governo del dopo-Monti. Con le elezioni alle porte il segretario del Partito democratico è venuto a spiegare ai presidenti di Consiglio europeo, Commissione europea ed Eurogruppo, cosa intende fare il governo del centrosinistra. “Il Partito democratico è sopra il 30%, è di gran lunga il primo partito del paese”, ha detto il segretario ribadendo quel che spiegano i sondaggi.
Bersani è venuto a Bruxelles per accreditarsi di fronti ai leader dell’Ue, a garantire che il prossimo interlocutore italiano sarà pronto a lavorare e collaborare in pieno spirito europeistico. E’ proprio la vocazione comunitaria il bigliettino da visita presentato da Bersani a Herman Van Rompuy, Josè Manuel Barroso e Jean Claude Juncker. A loro tre “ho ricordato qual è la posizione del mio partito, che ha un forte matrice europeista e che fa della prospettiva europea la propria bandiera”. In fin dei conti, ha ricordato, “è stato il centro-sinistra a portare l’Italia nell’Euro. E a noi ci conoscono, siam quelli di Prodi, di Padoa Schioppa. Sono tranquilli”. Ai tre presidenti Bersani ha voluto ricordare che “sulla nostra capacità e sulla volontà riformatrice e di tenere i conti sotto controllo non si può dubitare”, mentre “sull’altro versante ci sono spinte populiste e anti-europeiste”, per cui “chi ha preoccupazioni per l’Italia si rivolga a noi”.
L’affidabilità del centro-sinistra italiano dunque non è e non sarà in discussione. A riprova ulteriore di ciò il segretario del Pd ha quindi offerto garanzie circa il proseguimento del percorso avviato dal governo Monti. Il partito democratico, ha detto Bersani, avverte “l’esigenza di dare segnali di continuità nelle politiche per l’Europa, anche arricchendole”. Ciò “consapevoli assieme al rigore occorre dare chance al lavoro e alla crescita”. Un’affermazione, quest’ultima, che ricalca in pieno la visione montiana portata a Bruxelles in questi mesi: è stato proprio il capo del governo tecnico a spingere perché accanto all’imperativo della sostenibilità della finanza pubblica ci fosse l’impegno scritto di accelerare misure e politiche per il rilancio di occupazione e competitività. Una condivisione di obiettivi e di vedute che a detta di Bersani non sorprende. Anzi. “Noi abbiamo sempre sostenuto molto lealmente il governo Monti, anche in condizioni non semplici”. E chi a margine dei suoi incontri ha sostenuto che la ricetta anti-crisi del professore ha forse effetti troppo recessivi, Bersani non ha potuto fare a meno di difendere Monti e criticare chi Monti l’ha preceduto. “Monti – ha ricordato – si è trovato a dover riempire le caselle del patto che l’Italia ha sottoscritto con l’Ue”. Quel patto “è stato sottoscritto da Berlusconi e Tremonti, ed è stato sottoscritto direi ragionevolmente, visti dove eravamo arrivati”. Per quanto dura possa essere, per Bersani la cura prescritta al nostro paese si è dimostrata necessaria, perché “se casca l’Italia casca l’Euro”. Consapevole di questo il Pd è pronto a lavorare in tutta “responsabilità”. Bersani lo ha detto chiaramente, incassando subito l’apprezzamento di Jean Claude Juncker. “Bersani è una persona intelligente e onesta, e credo abbia le migliori intenzioni per l’Italia e per l’Europa”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo. Un attestato di stima da spendere in patria per la campagna elettorale, e in prospettiva, da rivendere a Bruxelles.
Renato Giannetti