Il Parlamento critica il provvedimento: “Dovrebbe essere esteso a tutti gli istituti”
Barroso spiega: “Diversi capi di Stato hanno chiesto più tempo per riflettere”
“La scorsa è stata una buona settimana per l’Ue, una settimana da ricordare”. Il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, si mostra radioso nella discussione con la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo di Bruxelles, ed elenca i risultati raggiunti: “Lunedì siamo stati a Oslo (per ricevere il Nobel, ndr). Mercoledì e giovedì, i ministri delle Finanze hanno convenuto sulla proposta di un meccanismo unico di vigilanza per le banche, chiave di volta nel processo di costruzione dell’Unione bancaria. Giovedì la decisione sulla Grecia (sblocco della seconda tranche di aiuti da 49 miliardi di euro, ndr). Giovedì e venerdì, abbiamo avuto una discussione costruttiva in seno al Consiglio europeo sulla via da seguire per la zona euro”. In particolar modo la creazione del Sistema unico di sorveglianza bancaria “segna una svolta” che rafforza il sistema finanziario. “Se avessimo avuto questo livello di controllo dieci anni fa, la crisi finanziaria non sarebbe mai stata così grave” assicura.
Seduto al suo fianco c’è il Presidente della Commissione europea, Josè Mauel Barroso, anche lui molto soddisfatto dei risultato ottenuti all’ultimo vertice che dimostrerebbero “che l’Ue è unanime. E sa muoversi nella giusta direzione al momento giusto”. Ma l’Aula del Parlamento non sembrava affatto condividere il loro ottimismo. Diverse le critiche, soprattutto al fatto che il meccanismo di sorveglianza non riguarderà tutte le banche, come avrebbe voluto il Parlamento, ma solo quelle con attività superiori alla soglia dei 30 miliardi. Per il capogruppo del Ppe, il francese Joseph Daul, “bisogna andare ancora avanti o si apriranno dei buchi nella rete che abbiamo tessuto, buchi in cui potrebbero passare delle banche. Non dimentichiamo che in passato quando una sola banca è fallita, tutto il mondo ne ha subito le conseguenze”.
Gli ha fatto eco il liberale Guy Verhofstadt, il più arrabbiato: “Siamo onesti, il Consiglio europeo è stato salvato dal Consiglio economico e delle finanze, altrimenti non ci sarebbe stato accordo”. I dubbi di Verhofstadt erano diversi: “Il meccanismo potrà esercitare vigilanza su tutto il mercato unico? Quali incentivi ci saranno per Paesi non euro per convincerli ad aderire? Rischiamo un sistema di vigilanza a due velocità. E poi i tempi di attuazione sono troppo lunghi, per colpa delle elezioni tedesche (previste nel settembre 2013, ndr) dovremo aspettare 9 mesi”.
La risposta di Barroso è stata un invito alla pazienza: “Al di là delle discussioni ufficiali, diversi capi di Stato e di Governo mi hanno detto in privato ‘ci sembra una buona idea ma dateci tempo per riflettere’. Anche la Commissione vuole andare oltre, ma dobbiamo capire che stiamo trattando problemi critici che riguardano la sovranità nazionale”. Una discussione quindi impegnativa anche nei Paesi membri. “La nostra posizione – ha aggiunto Barroso – è mettere assieme le democrazie nazionali con la democrazia europea. E alla base di questa c’è il Parlamento, voi rappresentate la sovranità”. Van Rompuy, calmo e sorridente anche dopo le tante critiche, ha preferito rispondere con una metafora alle osservazioni di Verhofstadt: “Lei ha parlato di 9 mesi, e io le ricordo allora che 9 mesi rappresentano il periodo più fecondo, quello in cui si passa dalla non vita alla vita. Noi puntiamo a raggiungere un risultato in 6 mesi. In questo caso batteremmo anche i limiti imposti dalla natura”.
Alfonso Bianchi