Bruxelles – Bandiere e sciarpe granata, e scritte contro i naturali rivali di sempre: a Bruxelles c’è un altro angolo di Italia che si ripropone anche oltre i confini nazionali, ed è un angolo colorato dei colori sociali del Torino. Esiste dal 2009, e da quasi quattro anni riunisce puntualmente quanti condividono per la passione per la squadra del toro. “All’estero ci può essere un solo club ufficiale per città, e noi siamo il club ufficiale del Torino”, tiene a sottolineare Paolo Giordano, presidente del club.
Si chiama “Toro Club Europa granata Bruxelles”, fa parte del Centro coordinamento toro clubs (Cctc), e pian piano continua a crescere. Oggi il club si ritrova al Fat Boy, birreria sulla giovane e viva place Luxemburg, sulla quale si affaccia il Parlamento europeo, ma tra un po’, se tutto va bene, si ritroverà altrove. “Forse a breve ci trasferiremo in una birreria a place Chatelaine”, spiega il presidente del club granata. Nella stessa zona, ironia della sorte, c’è il club della Juventus, per un derby che si ripropone anche nella capitale belga.
Come si ripropone quello storico gemellaggio che in Italia lega il Torino e la Fiorentina. “Torino e Fiorentina sono gemellate dagli anni ottanta”, ricorda Giordano. Si tratta di un gemellaggio ormai storico che “ci fa considerare come fratelli, e quando le due squadre giocano assieme le curve sono miste con fiorentini che urlano ‘torino è granata’ e torinisti che incitano la viola, con comuni cori anti-juve”, perché il sentimento anti-juventino è forse il principale collante tra le due tifoserie. “Ebbene tale gemellaggio esiste anche a Bruxelles”. Un esempio è stato offerto lo scorso 25 novembre, quando a Torino si è giocata Torino-Fiorentina: è finita 2-2, e alla squadra avversaria è stata interrotta la striscia di cinque vittorie consecutive. Ma questo è solo un dettaglio sportivo: quello che Giordano evidenzia è che a Bruxelles i tifosi si sono mescolati. “Ho inviato alcuni del toro club a vedere la partita al viola club”, spiega il presidente del Toro club Europa granata Bruxelles.
Ma il 25 novembre 2012 è anche una data storica per il club: per la prima volta da quando è stato fondato c’è stata la trasferta in Italia per vedere la partita della propria squadra del cuore a Torino. “Non siamo mai andati insieme a Torino a vedere le partite, ci siamo sempre andati in ordine sparso, ognuno per conto proprio. Tre settimane fa, per Torino-Fiorentina, ci siamo andati tutti insieme”. E’ solo l’inizio, per un club che spera di rimanere grande e di avere finalmente uno striscione ufficiale. Finora i soldi delle iscrizioni sono stati usati per gli abbonamenti televisivi: il Torino negli anni recenti non ha vissuto stagioni esaltanti, relegata in serie B. Un problema, per chi vive all’estero.
“All’inizio avevamo un problema con la trasmissione delle partite perché la nostra squadra era in serie B e il campionato di serie B fuori dall’Italia non è trasmesso”, ricorda Giordano. Adesso, invece la situazione è cambiata: finalmente il Toro è di nuovo nella massima serie, e soprattutto ha un seguito sempre maggiore. “Ci sono non solo torinesi, ma vengono a vedere le partite simpatizzanti francesi, inglesi”. Per alcuni di loro il credo torinista è stato imposto dallo stesso presidente del club. “Si, ci porto i miei amici di qui”, confessa ridendo.
Poi ci sono i tifosi di passaggio: studenti Erasmus, lavoratori che si trattengono per pochi giorni e che “prima di partire da Torino hanno chiesto al Cctc un indirizzo utile su dove guardare la partita a Bruxelles”. Il Toro club Europa granata Bruxelles è insomma sempre più un punto di riferimento, e quest’anno “con le quote associative possiamo decidere se comprare gli abbonamenti televisivi o se investire nello striscione e nelle maglie”. L’auspicio di tutti è che si possa materializzare la seconda cosa, con un trasferimento nella nuova sede.
“Se tutto va bene con il nuovo partner sarà possibile usare i soldi per striscione e magliette”. Intanto i fedelissimi continuano a presentarsi con bandiere del Torino, le sciarpe granata inneggianti al Toro e le sciarpe, sempre di marca squisitamente torinista, con su scritto “Juve m…”. “E’ una cosa non proprio politically correct”, ammette Giordano. Ma nel calcio ci può stare anche questo.