Commissione: La nuova normativa terrà in considerazione il parere di tutte le parti interessate
Barnier (Mercato interno): “Industrie creative essenziali per la crescita economica dell’Europa”
Nel 2014, attraverso un intenso dialogo con tutti gli interessati, si arriverà a mettere nero su bianco una possibile riforma legislativa sul copyright, al fine di adeguarne la tutela allo scenario tecnologico digitale di questo inizio del terzo millennio.
Dopo la tavola rotonda degli scorsi giorni giorni voluta dal presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso per discutere sulla modernizzazione del framework legislativo comunitario in materia di protezione del diritto d’autore, i commissari si impegneranno nel proporre una serie di norme più moderne in materia. Dovranno essere considerate le nuove modalità di creazione, fornitura e distribuzione dei contenuti offerte dalla rivoluzione digitale, tenendo in considerazione il parere degli stakeholders.
Tutti gli attori del settore saranno chiamati, nel 2013, a prendere parte ad un’intensa trattativa su questioni chiave come la trasferibilità transfrontaliera dei contenuti, il regime giuridico degli User Generated Content (ovvero i contenuti creati dagli utenti, ad esempio quelli dei social network e dei blog), i profili giuridici del data e text mining (che riguarda l’analisi di grandi quantità di dati per trarne informazioni), la regolamentazione e riscossione del compenso per copia privata nei diversi Paesi comunitari, l’accesso ai contenuti audiovisivi e la preservazione del patrimonio culturale europeo.
Saranno quattro gli obiettivi da raggiungere nel corso del brainstorming: l’adeguata remunerazione dei titolari dei diritti, l’allargamento dell’accesso ed una più ampia scelta di contenuti legali offerti online ai consumatori finali, la promozione di nuovi modelli di business e la lotta della pirateria.
Il risultato del confronto – corredato da studi di mercato e analisi di impatto – probabilmente si tradurrà in normativa comunitaria e sarà coordinato congiuntamente dai commissari Neelie Kroes (Agenda digitale), Androulla Vassiliou (Educazione, cultura, multilinguismo e gioventù) e Michel Barnier (Mercato interno e servizi).
“L’Europa deve facilitare e favorire la condivisione del sapere e della cultura. Artisti, autori, giornalisti, editori e produttori devono essere incoraggiati a creare e a investire nei contenuti ad alto valore aggiunto perché il vigore della cultura europea e la forza delle nostre industrie creative sono qualità essenziali per l’Europa, per la sua influenza, per la competizione mondiale. Ma più semplicemente per la sua crescita economica”, ammonisce Barnier.
Da ciò che emerge da un comunicato diffuso recentemente dalla Federazione degli Editori Europei anche gli autori sembrano accogliere con favore i risultati del dibattito presieduto da Barroso e si dicono disposti ad impegnarsi, con gli altri soggetti interessati, per trovare soluzioni a beneficio di tutti, cittadini, autori, venditori ed editori. Nelle ultime settimane i creativi, preoccupati, avevano lanciato un appello/petizione volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un’adeguata normativa sul diritto d’autore.
“Dobbiamo temere il peggio? E’ una domanda pertinente, specialmente considerando i legami e la quasi familiarità esistenti tra alcuni potenti gruppi di interesse privati anti copyright e alcuni dipartimenti e direzioni della Commissione”. Così recitava il testo della petizione “Sostenete i creativi europei, sostenete il diritto d’autore” diffusa on line.
Gli autori avevano paura che in sede di riunione i commissari considerassero il problema “solo dal lato della diffusione delle opere senza pari sensibilità per i meccanismi di creazione delle stesse” – per dirla con Donato Carrisi, lo scrittore italiano che si è fatto promotore, attraverso la sua pagina facebook, della raccolta firme. Tanto più in un’epoca, quella del digitale, che riconosce come unico suo dogma quello della condivisione libera, incontrastata e gratuita dei contenuti in Rete come fosse un “orizzonte dovuto” per il consumatore, apparentemente unico titolare di diritti.
Loredana Recchia