Incontri a raffica in Parlamento e in Commissione
Ferrarini: “Fondamentale un confronto costante con chi segue questi dossier”
“Made in Italy” e lotta alla contraffazione. Due questioni serissime, decisive, per l’industria italiana che ieri e oggi sono stati affrontate a Bruxelles da Lisa Ferrarini (nella foto), Presidente del Comitato tecnico di Confindustria che si occupa di queste questioni. Nella due giorni Ferrarini ha avuto una serie di incontri con alcuni eurodeputati italiani delle commissioni Agricoltura e Commercio internazionale e con alti rappresentanti delle altre istituzioni europee, tra cui il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, il Rappresentante permanente italiano Ferdinando Nelli Feroci, il Direttore Generale della DG SANCO Paola Testori Coggi e dell’OLAF Giovanni Kessler.
“L’UE è rilevante per ogni risvolto della regolamentazione nazionale. Per le tematiche di cui mi occupo è fondamentale avere un confronto costante a Bruxelles con chi segue questi dossier”, spiega Ferrarini alla stampa dopo gli incontri. Sul tema del Made In, la Presidente del Comitato tecnico di Confindustria dice che “il fondamento per indicare l’origine delle merci è sacrosanto, per questo il ritiro della proposta è stato una doccia fredda – sia per le modalità che per le motivazioni – e rappresenta una decisione contraria agli interessi dell’Italia”.
Secondo Ferrarini è necessario che la Commissione europea spieghi alle imprese e al Parlamento europeo perché non vuole la reciprocità, di cui tanto si parla quando si concludono accordi di libero scambio. ”Quasi tutti i principali partner commerciali della Ue – sottolinea – chiedono obbligatoriamente l’etichetta d’origine all’import. La Ue invece non la vuole: siamo davvero cosi disinteressati a far conoscere ai nostri consumatori da dove arriva ciò che acquistano?”. Ringraziando gli eurodeputati italiani per il lavoro svolto a sostegno del Made In, la dirigente di Confindustria ritiene un “atto dovuto” la richiesta di spiegazioni su questi temi rivolta dal Parlamento europeo al commissario al commercio De Gucht e ha altresì fatto presente che “occorre approfondire tutte le possibili piste che possano introdurre maggiore trasparenza sul tema dell’origine delle merci, facendo in modo che le legittime istanze di molti settori industriali entrino a pieno titolo nella legislazione europea”.
Ferrarini ha anche discusso di contraffazione, ”tema che non è e non deve essere solo italiano”. Quello che innanzitutto manca, dice, è l’uniformità delle regole: “Vi sono paesi che hanno legislazioni molto avanzate, come l’Italia o la Francia, ma altri non la considerano una priorità. Così, molti traffici prendono ormai la rotta verso porti più facili e i nostri operatori – autorità portuali, importatori, addetti alla logistica – ci rimettono perché siamo più zelanti”.
R.G.