ho letto con interesse il Suo articolo di oggi “C’è qualcosa che non va” sulla Fiera del libro di Bruxelles e la partecipazione italiana.
Ci tengo a rassicurLa circa l’entusiasmo e la determinazione dell’Istituto Italiano di Cultura del fare della Fiera del Libro 2013 un vero successo. L’IIC è in prima linea per l’organizzazione del Padiglione italiano alla Fiera del Libro, oltre a partecipare allo stand comune degli Istituti di Cultura europei.
Come Lei ben sa infatti, facendo parte del comitato organizzativo, l’Istituto di Cultura si è preso l’incombenza, insieme alla Società Dante Alighieri, di promuovere il Padiglione italiano alla Fiera del Libro di Bruxelles. Ci siamo divisi il lavoro: la Dante fa la capofila per trovare gli sponsors assieme all’Ambasciata e noi, assieme alla Libreria Piola, stiamo lavorando al programma culturale.
Tra le altre cose, abbiamo assicurato alla manifestazione il patrocinio del MIUR e stiamo lavorando a quello del Ministrero della Cultura; abbiamo definito una lista di possibili autori, sia già affermati che giovani promesse; abbiamo stilato un programma di massima includendo iniziative per le giovani generazioni e le scuole; ci siamo assicurati il lavoro di volontari che aiuteranno a gestire il padiglione e la logistica degli eventi. Quanto al contributo finanziario, siamo pronti a partecipare – come tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione – laddove necessario.
Detto questo, non posso darLe torto sulla necessità di perseguire le nostre priorità facendo sistema, unendo pubblico e privati nello sforzo, così come fanno i nostri partners europei. La lingua e la cultura italiana si promuovono infatti facendo sistema a tutti i livelli, oltre che con l’impegno quotidiano sul terreno. Sulla base della mia esperienza di questi 10 mesi come Direttore dell’IIC di Bruxelles, l’impegno quotidiano viene subito riconosciuto e premiato: quando si offre qualcosa di interessante e di qualità la risposta arriva positiva ed entusiasta.
Purtroppo, come Lei giustamente dice, manca a volte il sistema – nonostante il grande l’impegno di alcuni singoli in tal senso. Per non parlare delle resistenze burocratiche. Per esempio, per tornare alla Fiera del Libro, il modo miglior per trovare sponsors e sostegno presso le istituzioni pubbliche e gli enti privati sarebbe quello di andare a perorare la causa in Italia, giacchè qui a Bruxelles quasi tutti – sia nel pubblico che privato – si muovovo solo su imput delle rispettive casamadri. Ma per andare in Italia, sebbene a proprie spese, è necessario passare da una trafila burocratica di richieste e messaggi prima in Ambasciata e poi al MAE che ha fatto spesso sfumare occasioni importanti per l’IIC e, di conseguenza, per la promozione della lingua e della cultura italiana. La stessa resistenza che non ci sta permettendo – nonostante le ripetute e motivate richieste all’Ambasciata in tal senso – di impiegare degli spazi altrimenti inutilizzati o sottoutilizzati negli edifici di proprietà della stessa a Bruxelles per ampliare ulteriormente la nostra offerta formativa sulla lingua e cultura italiana. Questo in chiaro contrasto con la direttiva – sulla carta – di promuovere la lingua e cultura italiana.
Quindi, caro Robustelli, in conclusione, da una parte La rassicuro sul nostro entusiastico impegno per la Fiera del Libro – sono sicura che alla fine verrà una bellissima manifestazione! – dall’altra, purtroppo, non posso non essere d’accordo con Lei che lunga è ancora la strada per la promozione della lingua e della cultura italiana in modo sistemico e dunque, finalmente, veramente efficace.
Un caro saluto,
Federiga Bindi
Direttore, Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles
Leggi qui l’articolo del direttore Robustelli