La Palestina è “Stato osservatore non membro” presso le Nazioni Unite. L’assemblea generale dell’Onu ha approvato la richiesta presentata dal presidente dell’Autorità nazionale, Mahmud Abbas. La richiesta è stata accolta con un’ampia maggioranza: 138 i voti favorevoli, appena 9 quelli contrari e 41 astensioni. Un voto storico, perchè sancisce il riconoscimento “de facto” della Palestina. Non a caso il presidente dell’Anp, prima del voto, ha chiesto che l’Onu concedesse “il certificato di nascita” allo Stato palestinese. Dopo lo storico voto al palazzo di vetro il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese ha quindi invitato a fare in modo che giunga “il momento di dire basta all’occupazione e ai coloni, perché a Gerusalemme Est l’occupazione ricorda il sistema dell’apartheid ed è contro la legge internazionale”. Sulla città, contesa e rivendicata dalla due fazioni, la Palestina non vuole sconti. I palestinesi, ha detto Abbas, “non accetteranno niente di meno dell’indipendenza sui territori occupati nel 1967 con Gerusalemme Est capitale”.
Israele, che incassa un duro colpo, non ci sta. Quelle di Abbas, ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sono “parole ostili, non da uomo che vuole la pace”. Una pace che, però, non si intravede nemmeno tra le prospettive delle stato ebraico. Il voto di oggi, ha sottolineato Netanyahu, “non cambierà alcunché sul terreno, non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà”.
Ben altro l’auspicio dell’Unione europea. “Solo una soluzione politica del conflitto può portare a sicurezza, pace e prosperità durature ai palestinesi e agli israeliani”, ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Catherine Ashton. “L’Unione europea ha più volte espresso il suo sostegno al riconoscimento della Palestina all’interno dell’Onu come parte della soluzione al conflitto”, ha aggiunto. Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz,dopo aver ricordato che i deputati hanno sostenuto questo voto positivo, ha chiesto ai paese Ue di svolgere “un ruolo maggiore” nel processo di pace e ha sottolineato che “il voto alle Nazioni unite non sostituisce in alcun modo un ampio negoziato per una soluzione politica accettabile per le due parti”. schulz si appella dunque “a tutte e due le parti perchè facciano il massimo sforzo per tornare al tavolo del negoziato e per creare le condizioni per riprendere i colloqui di pace diretti”.
Ma l’Europa sulla risoluzione non si è espressa come Unione europea (non ne ha diritto), ma a livello di Stati membri. Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Repubblica Ceca si sono astenuti, mentre hanno sostenuto la richiesta palestinese Austria, Belgio, Svezia, Cipro, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo e Spagna. Tra i paesi europei non Ue a votare per il riconoscimento della Palestina Islanda, Norvegia e Svizzera. Favorevoli anche tutti i paesi “Brics” (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). L’Italia ha sciolta la riserva solo all’ultimo momento, a poche ore dal voto, causando il disappunto di Israele. Ma cambia poco, almeno nell’economia del risultato. La Palestina è riconosciuta dall’Onu.
Per saperne di più:
– La bandiera della Palestina batte tra le istituzioni Ue