Dimostrazioni in Ungheria contro la proposta shock del partito di destra Jobbik
Il premier Orban condanna l’idea, la Commissione: “No a manifestazioni antisemite”
Ebrei, ma non solo, che sfilano per le strade di Budapest con la stella di David attaccata al bavero del cappotto. E non siamo nel 1941, questa è storia di due giorni fa. È la manifestazione indetta dalle organizzazioni civiche ungheresi in risposta all’ultima idea di Jobbik, il partito di estrema destra, che ha suggerito di censire tutti gli ebrei del paese.
É stato Márton Gyöngyösi, vicepresidente del comitato per gli affari esteri al parlamento magiaro, nonché uno dei 47 deputati della terza forza politica del paese, a proporre lunedì di stilare un inventario di tutte le imprese ungheresi di proprietà di ebrei ed una lista di coloro che sono in possesso della doppia cittadinanza ungherese-israeliana.
Il motivo di tale proposta? La “paura”, si spiegano gli esponenti del partito. A margine di una manifestazione di condanna delle operazioni militari a Gaza, inscenata davanti all’ambasciata israeliana di Budapest una settimana fa, Gabor Vona, il leader del partito estremista, aveva dichiarato che gli israeliani rappresentano «un rischio per la sicurezza nazionale» a seguito delle tensioni crescenti in Medio Oriente.
Per questo motivo «sarebbe il momento di controllare gli ebrei che vivono in Ungheria e in particolare quelli che sono in Parlamento e al Governo» ha aggiunto Gyongyosi. Nella sua apologia del popolo palestinese Gyöngyösi ha definito «un codardo» il proprio Ministro per gli affari esteri che, nel prendere posizione sul conflitto mediorientale, ha concesso un supporto incondizionato all’Unione europea che aveva richiesto un cessate il fuoco riconoscendo, però, le responsabilità di Hamas.
Sul sito ufficiale di Jobbik si legge a chiare lettere: “Israele sta mettendo in opera il più grande campo di concentramento al mondo, è Gaza”. Questa è la posizione di Vona, una difesa dei palestinese che si è presto trasformata nella proposta anti-semita di schedare gli israeliani ungheresi. In un paese dove durante la seconda guerra mondiale più di mezzo milione di ebrei vennero deportati e uccisi nei campi di concentramento le repliche a tale inquietante iniziativa non si sono fatte attendere.
Lo stesso Fidesz, il partito conservatore di governo guidato da Viktor Orban, ha espresso la sua “condanna di massimo grado” delle parole anti-semite, accusando lo Jobbik di fare solo il gioco del partito socialista. Tutte le altre forze politiche si sono espresse in maniera univoca e le forze della sinistra hanno voluto anche ribadire il carattere fascista di Jobbik chiedendone la messa al bando. Un coro forte e chiaro che è riuscito a farsi sentire anche a Bruxelles, ma la Commissione europea ha deciso di mantenere sulla vicenda un tono moderato, trattandosi di “politiche interne a uno Stato membro”, e limitandosi ad una generica “condanna di ogni manifestazione antisemita, razzista o xenofoba”.
Camilla Tagino