Esiste una rete di 45.000 km di piste ciclabili che collega i paesi europei in lungo e in largo e che presto sarà estesa a 70.000 km, eppure, quello che sembrerebbe un paradiso per ciclisti, ancora non funziona come dovrebbe. La rete ha troppi buchi, ma al Parlamento europeo c’è chi ha già deciso di tapparli.
Le 14 piste ciclabili europee sono frutto del progetto EuroVelo, creato dalla ECF, la Federazione dei Ciclisti Europei, assieme a partner regionali e nazionali. Il progetto ha, tra gli altri, l’obiettivo dello sviluppo del cicloturismo, il turismo in bicicletta, un modo di viaggiare a basso impatto ambientale, che ha anche il vantaggio economico di portare turisti in zone di solito poche visitate.
C’è però un problema che a noi italiani risulterà fin troppo famigliare. Vi è mai capitato di pedalare su una pista ciclabile e trovare un ostacolo, come una strada a scorrimento veloce o un prato, che, ostruendo il percorso, vi ha costretti a riunirvi al traffico o a fare marcia indietro?
Problemi simili dovrete affrontarli se avrete il modesto progetto di andare da Brindisi a Londra o da Valletta a Capo Nord o solo da Brindisi a Rodi pedalando: la pista ciclabile esiste, ma il canale della Manica, lo stretto di Messin, o il Mediterraneo non li oltrepasserete su due ruote.
Che fare? Si carica la bici sulla nave o sul treno e, una volta a terra, si ricomincia a pedalare. Facile a dirsi, ma difficile a farsi, perché in molti paesi europei mettere la propria bicicletta su altri mezzi di trasporto non è possibile. Sui treni italiani, ad esempio, basta pagare un sovrapprezzo, ma in altri paesi come Grecia e Portogallo, è più complicato, se non addirittura vietato.
Visti i vantaggi ecologici ed economici di uno sviluppo del turismo su due ruote, il Comitato per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha deciso di impegnarsi a sostegno di EuroVelo, pubblicando uno studio che ne propone l’inserimento in Ten-t, un insieme di progetti volti alla creazione di una rete europea di trasporti integrata. L’unione dei due sistemi favorirebbe l’integrazione tra il trasporto a pedali e tutti gli altri mezzi che rientrano nella rete Ten-t, cercando infine, quando le biciclette non bastano, di prediligere i treni agli aerei o alle quattro ruote perché meno inquinanti. Inoltre, essendo EuroVelo una rete di trasporto transfrontaliera, l’unione dei progetti porterebbe a finanziamenti da parte di Bruxelles.
Le discussioni per un’eventuale inserimento di EuroVelo all’interno di Ten-t sono ancora in corso, ma l’eurodeputato tedesco Michael Cramer, del gruppo dei Verdi, si è da tempo impegnato in un’intensa battaglia a sostegno della proposta e, secondo fonti europee, vista la tenacia “ci sono molte probabilità che ce la faccia”.
Toccherà al Parlamento, con il voto del 27 novembre, decidere se una pista ciclabile che unisce la Sicilia alla Norvegia, possa essere effettivamente percorsa e non rimanere un disegno sulle mappe dell’Europa.
Camilla Tagino
Per saperne di più:
sito ufficiale Eurovelo, la mappa di EuroVelo, lo studio pubblicato dal Parlamento Europeo.