L’Aula di Strasburgo vota una risoluzione in cui chiede maggiori facoltà di sorveglianza
I deputati vogliono il potere di approvare i dirigenti del Fondo Salva Stati e audizioni con la Troika
Se ci deve essere una vera Unione economica e monetaria (Uem), il Parlamento europeo deve avere un ruolo centrale approvando la nomina del futuro presidente dell’organismo di supervisione bancaria. È quanto ha chiesto oggi l’Aula di Strasburgo con una risoluzione approvata con 482 voti favorevoli, 160 contrari e 35 astensioni. Il testo, preparato dall’eurodeputata belga Marianne Thyssen (Ppe), rappresenta il contributo dei deputati alla “roadmap” sul progetto che verrà presentato al Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre.
Nella relazione intermedia presentata il mese scorso dal Presdente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, sono stati delineati i quattro pilastri del progetto: finanziario, bilancio comune, economico e di legittimazione democratica. Il primo in particolare mira a creare un organismo di vigilanza e gestione e risoluzione delle crisi delle banche. Per fare questo si pensa di dotare la Banca centrale europea di maggiori poteri, a patto però di tenere ben separate la politica monetaria e le funzioni di vigilanza. Il progetto riguarderà tutti i paesi della zona euro, quelli cioè che battono moneta comune, ma sarà aperto anche agli altri Stati che vorranno prendervi parte. Collegato a questo progetto sarà il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il cosiddetto fondo Salva-Stati, che avrà la facoltà di ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà.
E su entrambi questi istituti il Parlamento europeo vuole avere un ruolo centrale di “vigilanza democratica”. Nella risoluzione approvata a Strasburgo i deputati sostengono che l’Aula dovrebbe avere il potere di approvare il futuro presidente dell’organismo di supervisione bancaria e che questi dovrebbe essere obbligato a informare regolarmente l’Aula e partecipare a delle audizioni. Gli europarlamentari vorrebbero anche avere il diritto di investigare, con vere e proprie inchieste, possibili errori nel meccanismo di supervisione. La risoluzione chiede che anche lo stesso presidente del Fondo Salva Stati, (Mes) venga confermato con un voto del Parlamento e obbligato a informare regolarmente gli eurodeputati. Per rendere il tutto più efficace le audizioni e gli obblighi d’informazione dovrebbero essere obbligatori anche per i membri della Troika (Commissione europea, Fondo Monetario Internazionale e Bce).
Marianne Thyssen nella sua relazione ha sottolineato il deficit democratico di cui soffre al momento il Mes che, essendo uno strumento intergovernativo, non è stato approvato da un voto in Parlamento ma solo da un accordo tra gli Stati, e questo a suo avviso ne mina la legittimità democratica. Ma proprio quest’ultima per Thyssen è fondamentale perché “se i cittadini non si riconoscono nelle decisioni che prendiamo oggi, tutti i nostri sforzi saranno vani. La speranza e la fiducia nel fatto che la crescita economica è ancora una volta possibile, non tornerà”.
Alfonso Bianchi