Non ci sono risorse, e allora l’imperativo è “pool and sharing”
Più cooperazione e maggiore condivisione di ciò che è disponibile
Soldi per la difesa non ce ne sono. La crisi è tale che bisognerà fare economie anche nel settore di difesa e sicurezza comune: gli stati membri, quindi, dovranno procedere con il “pool and sharing”, la condivisione e la messa in comune di uomini, mezzi, programmi e strategie. Lo hanno deciso i ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi membri, riuniti in una sessione del consiglio Affari esteri dedicato anche ai temi della Pesc (la Politica europea di sicurezza e difesa). La decisione è di quelle obbligate: non ci sono risorse. Avanti quindi con ciò che si ha. Un modo per ridurre le inefficienze, ma soprattutto un modo per spingere l’Europa verso una maggiore unione militare. “Il Consiglio – recitano le conclusioni della riunione – sottolinea la necessità di massimizzare l’efficienza della spesa per la difesa europea in linea con i tempi di austerità” imposti dalla crisi. “A tal fine il Consiglio resta impegnato a migliorare la cooperazione all’interno dell’Europa attraverso le capacità di pooling and sharing”.
Il Consiglio ha quindi chiesto “una maggiore utilizzabilità dei battlegroup”, i corpi speciali dell’Unione europea formati da uomini messi a disposizione dai vari eserciti dei paesi membri (1.500 soldati per ognuno dei 18 gruppi da battaglia). Non solo: ha chiesto di superare la frammentazione della flotta degli aerei cisterna per rendere più efficiente il rifornimento in volo degli aerei. In questo progetto, che vede già il coinvolgimento di dieci paesi membri, a breve entrerà a far parte anche l’Italia, che ha da poco ottenuto la certificazione dei suoi velivoli speciali richiesta per questo tipo di operazioni.
I ministri dei ventisette hanno inoltre chiesto di spingere verso la creazione di un mercato unico dell’industria della difesa. “Va garantito più sostegno alle piccole e medie imprese del settore, soprattutto per l’accesso ai mercati oltre confine”. Si fa, insomma, quello che si può. Intanto non si taglia il budget dell’Eda, che di questi tempi è una notizia. L’agenzia europea per la difesa, spiega il comunicato finale, “per il 2013 non subirà modifiche di budget”. Si confermano i 30,4 milioni già stanziati per l’anno in corso. In tempi di tagli, davvero un buon risultato.
Renato Giannetti