La ricetta del Presidente del Consiglio europeo per il quadro finanziario pluriennale dell’Ue
I dipendenti delle istituzioni dovranno lavorare di più e andare in pensione più tardi
I dipendenti delle istituzioni comunitarie non saranno toccati, ma dovranno pagare più tasse e lavorare delle ore in più in più, e senza adeguamento salariale. La ricetta di Herman Van Rompuy per il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea prevede anche questo: sacrifici per il personale delle istituzioni comunitarie, delle agenzie europee e degli organismi collegato all’Ue. Il Presidente del Consiglio europeo ha messo mano alla bozza di nuovo budget settennale (2014-2020) presentata a fine ottobre da Cipro, paese che detiene la presidenza di turno del Consiglio, prevedendo una vera scure sullo staff dell’apparato europeo. A Van Rompuy è toccato il non semplice (né felice) compito di tagliare la proposta di bilancio della Commissione europea (1.033 miliardi di euro) per venire incontro alle richieste di alcuni paesi. Risultato: una proposta con ben 75 miliardi di euro in meno.
Ma per fare comunque cassa ha applicato il principio ormai noto dei ‘sacrifici imposti dalla crisi’. Per cui, recita il testo presentato dal Presidente, in tempi di rigore e ristrettezza “il personale di tutte le istituzioni Ue, gli organismi e le agenzie europee contribuiranno agli impegni di budget, versando nella casse dell’Unione europea almeno 6 miliardi di euro attraverso tasse, fondi di solidarietà e contributi pensionistici”.
Si tratta di una clausola inserita ‘ex novo’ da Van Rompuy in persona. La bozza cipriota non contemplava affatto una simile ipotesi, ma un riduzione del personale per rendere meno costoso il funzionamento dell’Unione europea. Ipotesi che ha scatenato l’immediata protesta del personale delle istituzioni, che hanno fatto uno sciopero per dire “no” ai tagli di posti di lavoro. Una protesta che sembra aver dato i suoi frutti. La bozza Van Rompuy stabilisce infatti che “nel periodo 2014-2020 in tutte le istituzioni comunitarie risparmi di X milioni di euro (l’ammontare non è ancora quantificato, ndr) devono essere assicurati attraverso la riduzione delle spese non riferite al personale”.
I dipendenti restano, dunque. Ma non senza essere comunque toccati dal processo negoziale. Oltre ai 6 miliardi di contributi – “da dividere equamente tra tutte le istituzioni” – Van Rompuy propone un aumento a 40 ore lavorative settimanali “senza adeguamento di stipendio” per tutti, un innalzamento dell’età pensionabile (da 65 a 67 anni), la “riduzione del numero annuo dei giorni di viaggio” e stipendi di ingresso e di fine carriera “più bassi” per il personale dei segretariati.
Renato Giannetti