Piano di Bruxelles per la salvaguardia dell’ambiente e la prevenzione di alluvioni e siccità
Il commissario Potocnik: “Se non ci muoviamo subito in futuro la pagheremo cara”
Le nostre risorse idriche hanno bisogno di raggiungere un “buono stato”, non solo per la salute nostra e dell’ambiente, ma anche per gli effetti positivi che avrebbe sull’economia. Lo ha ricordato oggi Bruxelles a tutti gli Stati membri, pubblicando una nuova Blueprint, una strategia per la loro salvaguardia. Eppure, un piano legislativo per la difesa delle acque era già stato scritto: è la Direttiva quadro dell’acqua che risale all’ormai lontano 2000 e che finora si è rivelata poco efficacie. Il primo obiettivo che si propone è il raggiungimento entro il 2015 del “buono stato” da parte di tutti i bacini europei, sia di superficie che sotterranei. Ma nonostante negli ultimi anni ci siano stati dei miglioramenti, secondo le stime attuali solo il 53% del totale delle acque europee raggiungeranno l’obiettivo prefissato entro il 2015.
Questo vuol dire che quasi metà della popolazione europea vive in paesi caratterizzati da stress idrico, e con uno sfruttamento eccessivo e non sostenibile delle acque dolci. Le acque vanno protette sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: controllandone l’inquinamento, evitando che vengano sovra utilizzate e garantendo un accesso equo per il settore industriale, agricolo ed urbano.
Ma anche se l’Europa al momento non è nemmeno a metà strada rispetto agli obiettivi prefissati in passato, la Commissione è fiduciosa: basteranno poche semplici mosse per risollevare la situazione dei nostri bacini idrici. Secondo il nuovo piano sarà necessario imparare a sfruttare al meglio la legislazione già esistente e, in seguito, si potrà integrare la politica dell’acqua con le altre ad essa correlate, come quella agricola, dei trasporti o delle energie rinnovabili.
Per fare tutto ciò i tempi sono lunghi, il commissario per l’Ambiente Janez Potocnik ha già detto che di certo l’obiettivo del 2015 non sarà raggiunto, ma la strategia “Blueprint” copre un periodo che arriva fino al 2050. Si tratta quindi di un piano che guarda ai tempi lunghi, e che allo stesso tempo richiede investimenti non eccessivamente ingenti. Per Potocnik il piano “ovviamente costerà ma se non prendiamo questa strada, ci costerà ancora di più in futuro”. E non solo in termini economici, ma anche di ambiente e salute.
Camilla Tagino